SuperYacht Refit

La barca, di qualsiasi dimensione, a vela od a motore, è un bene che può assumere aspetti diversi nella rappresentazione immaginaria del valore da parte del proprietario o dell’armatore, ma indipendentemente da ciò la sicurezza rimane al primo posto tra gli argomenti di interesse.

In tema di sicurezza la manutenzione ordinaria, che deve essere periodicamente eseguita su ogni imbarcazione, svolge un ruolo di massima importanza per garantire navigazioni sicure, vacanze piacevoli ed evitare brutte sorprese.

Nella quasi totalità dei casi nel ciclo di vita di una barca giunge anche il momento di eseguire lavori di maggiore entità, sia che si tratti di riparazioni, revisioni delle attrezzature o ristrutturazioni importanti.
Il “Refit” è un’esperienza che spesso coinvolge tutte le figure che, ciascuna per posizione e ruolo, gravitano intorno allo scafo: Comandante, Armatore, Proprietario (alcune volte gli stessi componenti della famiglia), equipaggio ed ovviamente tecnici, riparatori, architetti, designer e responsabile di progetto.

Particolare l’importanza che assume il “Refit” quando si tratta di SuperYacht con la possibile incognita determinata dalla dilatazione di tempi e costi.

In questo dettagliato report Mr. Xavier Mercado Rabella, CEO di ptw Shipyard a Tarragona, in Spagna, ci fornisce appunto 10 consigli di esperti per garantire risultati di successo.

10 buone pratiche per un refit di superyacht di successo

I refit sono parte integrante del ciclo di vita di ogni superyacht. Un progetto che ogni capitano, armatore e membro dell’equipaggio vivrà in prima persona in un certo momento della storia del loro superyacht. Che si tratti di una riparazione, revisione o rinnovamento, i refit sono sempre un passo importante e possono facilmente superare i limiti di tempi e costi, se non gestiti correttamente. Xavier Mercado Rabella, CEO di ptw Shipyard di Tarragona ci dà i suoi migliori 10 suggerimenti da esperto per garantire un refit di successo del superyacht.

Xavier considera riuscito un refit quando viene completato in tempo, entro il budget concordato e ad uno standard accettabile. Spiega come i Superyacht crescono continuamente in termini di complessità e ingegnosità, pertanto le buone pratiche sono fondamentali per una conclusione di successo. Nel corso di ogni fase del processo di refit, dalle specifiche alla consegna, si deve mantenere una sinergia positiva tra i team dell’armatore e il cantiere navale al fine di garantire che il lavoro sia svolto in maniera efficace ed efficiente. Ecco le sue migliori 10 buone pratiche derivanti dalla sua vasta esperienza con i refit di superyacht.

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ptw Shipyard è un moderno cantiere navale situato nell’antico porto di Tarragona, a solo un’ora da Barcellona.

Il ciclo delle lavorazioni e dei servizi disponibili è in grado di coprire tutte le esigenze dei superyacht, dalla tappezzeria, alla falegnameria, all’idraulica ed all’elettronica specialistica.

L’autore del report Mr. Xavier Mercado, CEO e fondatore del cantiere, opera nel settore dei SuperYacht come specialista di Refit & Repair da oltre venti anni.

 

Falls of Clyde Project

Ormeggiata a Honolulu, nello Stato delle Hawaii, Falls Of Clyde è una Tall Ship costruita nel 1878 dal cantiere Russell and Co a Port Glasgow, sul fiume Clyde in Scozia.

Primo ed unico esemplare rimasto di otto navi gemelle, in quanto le altre sette sono andate perdute in mare od in azione in entrambe le guerre mondiali, questo brigantino a palo ha una lunga e particolare storia.

Nata come portarinfuse inizialmente impiegata con regolarità sulle rotte commerciali verso India e Pakistan, successivamente venne acquistata dalla compagnia di navigazione Matson Shipping per l’uso nel Pacifico, sulla rotta Hawaii – San Francisco.

Rimase in servizio con Matson’s e poi Associated Oil per molti anni, essendo stata convertita per trasportare petrolio nel 1907. Dopo la sua vita alle Hawaii fu venduta alla flotta da pesca Alaska Packers e divenne una chiatta per il trasporto di carburante ad uso della loro flotta da pesca.
Verso la metà del 20° secolo la sua vita lavorativa era alla fine, quando un giovane giornalista iniziò una campagna per salvarla. Alla fine fu portata a Honolulu a metà degli anni ’60, dove ebbe luogo un graduale restauro e divenne una mostra permanente all’Hawaii Maritime Centre.
Dopo un lungo periodo di successo come attrazione turistica, il Museo purtroppo fallì e Fall of Clyde venne trascurata per diverso tempo. Successivamente venduta per la cifra simbolica di 1 Dollaro ad un gruppo locale di volontari che, con l’intenzione di restaurarla, tentarono una raccolta fondi risultata tuttavia insufficiente allo scopo.

In questi ultimi anni, causa la mancanza di adeguata manutenzione lo scafo si trova in cattivo stato, rischia l’affondamento e necessita di importanti urgenti lavori.
Inizia così una travagliata vicenda: il Dipartimento dei Porti di Honolulu, proprio in conseguenza dello stato della nave, ne ordina l’allontanamento dal porto minacciando la confisca del bene con l’intenzione di affondare lo storico quattro alberi.
Sopravvissuta a due eventi bellici mondiali e superate terribili tempeste in mare, Falls of Clyde, è senz’altro rappresentativa di un’epoca di grande innovazione sia per le iniziative ingegneristiche di quel periodo che per le imprese che hanno aperto nuove rotte marittime contribuendo ad incrementare i traffici mercantili internazionali.

PROGETTO

Il progetto di Falls of Clyde International (FOCI) nasce per salvarla da questa immeritata fine, ricostruirla in modo che possa tornare a navigare negli oceani del mondo, con lo scopo finale di riportarla in Scozia attraverso un epico viaggio già programmato.

MISSIONE

La missione di FOCI mira a raggiungere obiettivi che spaziano in diversi campi, dalla ricerca e diffusione di sistemi di propulsione pulita e di accumulo di energia, passando per i temi sociali relativi ad una equa distribuzione delle opportunità in funzione del reale potenziale di ciascun individuo, per arrivare al sostegno di pratiche che contribuiscano alla diffusione di un commercio più equo, senza trascurare la formazione e l’educazione dei più giovani.

Affascinati dalla storia ed incuriositi dalle iniziative messe in campo dal gruppo per portare avanti il progetto alle nostre domande circa maggiori informazioni ha risposto Mr. David O’Neill, Direttore di Falls Of Clyde International, che gentilmente si è reso disponibile ad una breve intervista di cui riportiamo alcuni contenuti.

” … è previsto che venga ricostruita come cargo a vela, una piattaforma per l’istruzione in mare, una dimostrazione delle moderne tecnologie del 21° secolo che dimostrino in quale misura la potenza della vela e le tecnologie per le emissioni pulite possono avere successo ed essere competitive.”

Proprio a tal proposito prosegue evidenziando una interessante opportunità offerta:

” il gruppo Falls of Clyde International ha già ricevuto proposte da alcune delle più grandi società di ingegneria europee e gli è stata persino offerta una soluzione ad idrogeno ‘unica’ da un fornitore statunitense …”

In ultimo ci piace portare l’attenzione su di una iniziativa particolarmente intrigante ” The Return of The Tea Races ” una regata tra clipper su un percorso da Shanghai al Regno Unito, toccando vari paesi ed offrendo un’occasione di visibilità alle aziende partecipanti con l’esposizione sulle grandi vele dei relativi marchi.