Caso Pratico Anni 70

Negli anni 70′ ho vissuto da vicino la trasformazione di un’azienda artigiana che aspirava a diventare semi-industriale.

Ecco i fatti accaduti e le considerazioni che possiamo trarne.

Metà anni Settanta.  L’Italia industriale vive un periodo di cambiamento e sviluppo, molte piccole imprese crescono, spesso guidate da imprenditori artigiani, animati da entusiasmo e creatività ma privi di solidi strumenti manageriali.
In questo contesto si sviluppa l’esperienza da me vissuta presso l’impresa che per riservatezza chiamerò ALFA e, successivamente, nel suo passaggio ad una nuova realtà, BETA.

Molto giovane, con diverse esperienze nelle attività organizzative di vendita, da un incontro quasi casuale, mi venne offerta l’opportunità di ricoprire in ALFA un ruolo di supporto tecnico-commerciale. Particolarmente intrigante per me il settore ed il tipo di produzione: elettronica di bordo per il diporto nautico.
Già dal primo colloquio rimasi affascinato dalla capacità del titolare di unire inventiva e pragmatismo tecnico ed una visione del prodotto tecnologico caratterizzato da un avanzato design.
Entrato in azienda trovai un ambiente in pieno fermento che esprimeva grandi potenzialità ed altrettante fragilità.

ALFA e la filosofia del fondatore

Un laboratorio artigianale capace di produrre apparati tecnologici d’avanguardia per l’epoca nati da brillanti intuizioni del titolare, basate su un concetto di totale autonomia produttiva.
Una visione dell’impresa come estensione della propria identità: tutte le fasi di lavorazione si svolgevano rigorosamente all’interno, ogni dettaglio portava la sua impronta personale.
La filosofia era chiara: fare bene, fare con passione, senza compromessi ma, sicuramente, poco aperta alla delega ed alle logiche di scala produttiva.

Avremmo potuto …  iniziare a strutturare meglio i processi, ma la convinzione che “la qualità si controlla con gli occhi e con le mani” prevalse su ogni altra ipotesi di organizzazione.

Prime esperienze e segnali di crisi

Il primo anno tutto sembrava funzionare al meglio: ordini in crescita, positività, clienti interessati.
Relativamente facile acquisire nuovi clienti, l’innovativa gamma ed il design catturavano l’interesse dei cantieri e molti, tra i migliori, inserirono il sistema come primo equipaggiamento.
Tuttavia, sotto la superficie, si avvertiva la mancanza di una sana organizzazione.

Costi non monitorati con precisione, fondi insufficienti per finanziare la crescita, conseguenza: la pianificazione delle scorte di magazzino e la produzione non erano in grado di seguire le richieste del mercato.
In breve tempo arrivarono le prime difficoltà finanziarie, ritardi nei pagamenti e la fiducia cominciò ad incrinarsi.
La dipendenza dal fondatore era totale: ogni decisione passava da lui, ogni errore diventava personale.

Avremmo potuto …  adottare misure di controllo della gestione differenti e più adeguate alle risorse disponibili (ed eravamo in tempo), ma la priorità restò “fare uscire il prodotto” illudendosi di risolvere le problematiche con i proventi delle vendite.

Crisi e tentativo di salvataggio

In autunno, complice l’andamento stagionale del mercato, gli ordini diminuirono e la situazione precipitò. L’accesso al credito bancario si restrinse e buona parte degli addetti abbandonò il lavoro. La produzione si fermò quasi del tutto.
Poi, un’occasione inattesa: un conoscente del titolare presentò tre potenziali investitori interessati a rilevare l’azienda e rilanciarla.
Dopo lunghe ed estenuanti trattative, nacque BETA, nuova società che acquistò marchio e strutture, con l’obiettivo di industrializzare il prodotto ed orientarsi verso l’export.

Nuovo corso e conflitti

I tre nuovi soci avevano competenze solide in gestione e finanza.
La loro prima decisione fu spostare la produzione fuori regione, mantenendo sviluppo e ricerca nella sede originaria. L’obiettivo era razionalizzare i costi e creare una filiera semi-industriale.
Il fondatore, però, vide in questa scelta un tradimento della propria identità e delle maestranze storiche.
Iniziò un braccio di ferro: da un lato la visione manageriale, dall’altro la difesa della cultura artigiana.

Avremmo potuto …  costruire un compromesso fondato su gradualità e rispetto reciproco, ma prevalse la diffidenza.

Consulenza esterna e la nuova produzione

Un professionista esterno, uomo di fiducia dei nuovi soci, condusse un’analisi dettagliata: costi, flussi e potenzialità del brand.
La nuova organizzazione prese forma.
Parte della produzione fu affidata a terzisti, in particolare la realizzazione delle parti elettroniche, mentre l’assemblaggio restò nella sede regionale.
I prodotti, rivisti e migliorati, ottennero subito l’interesse del mercato, ma emersero problemi inattesi: ritardi nelle consegne, difetti di funzionamento, resi costosi.
La corsa alla produttività aveva sacrificato il controllo qualità e la coerenza di filiera.

Epilogo

La tensione tra il fondatore ed i nuovi soci raggiunse il punto di rottura. La mancanza di reciproca fiducia divenne insanabile. Il titolare storico decise di uscire dalla società, rinunciando alle proprie quote.

Poco prima, consapevole dell’impossibilità di contribuire in modo costruttivo, presentai anche le mie dimissioni.

Fu un’amara esperienza ma una autentica lezione di management: capire che intuizione e competenza non bastano, se mancano chiarezza di ruoli, cultura organizzativa e visione condivisa.

Riflessioni e parallelismi

Guardando oggi a quei fatti rilevo, purtroppo, che situazioni ed errori simili si ripetono ancora, tra i quali:
– mancanza di una chiara governance nei passaggi societari
– scontro tra modello di impresa
– falle nel controllo qualità
– mancanza di ascolto tra competenze diverse
– totale incapacità di coinvolgimento organizzativo

Avremmo potuto …
– definire da subito ruoli e responsabilità chiari
– pianificare produzione e controllo qualità senza esasperarne i principi inseguendo la velocità
– preservare il patrimonio culturale dell’azienda pur aumentandone il livello professionale
– migliorare grado di ascolto e comunicazione tra chi porta idee diverse

Avremmo potuto fare così … ma non lo abbiamo fatto.

E da quella serie di “ma” sono maturate le consapevolezze che ancora oggi mi accompagnano quando affronto casi analoghi.

 

 


 

METSTRADE 2025 – Strategie e Sfide Globali

Proprio come su una scacchiera, tra incertezze globali, strategie e tendenze emergenti, la nautica si prepara a giocare una partita decisiva.

Mancano meno di due settimane all’appuntamento annuale per l’edizione numero trentasette del METSTRADE che si svolgerà ad Amsterdam.

Evento di rilevanza internazionale per il diporto nautico, i componenti e l’accessoristica, probabilmente il più importante nella panoramica mondiale.
Punto di riferimento delle aziende espositrici per presentare prodotti, innovazioni e nuove tecnologie dedicate al settore ed, al tempo stesso, opportunità privilegiata di incontro, networking e sviluppo di business per tutti gli operatori professionali.

I risultati del comparto, negli ultimi anni, hanno mostrato indicatori incoraggianti di crescita trainata in particolare dal segmento delle grandi imbarcazioni.

Tuttavia, si rilevano segnali che richiamano alla prudenza: in Italia, come nel resto del mondo, il mercato della nautica medio-piccola mostra segni di rallentamento, delineando scenari in cui equilibrio e visione strategica diventano fondamentali.

In un contesto globale attraversato da guerre, tensioni geopolitiche e precarietà economiche, la partecipazione ad una manifestazione di tale portata assume un significato che va ben oltre la semplice esposizione commerciale: diventa uno spazio di confronto e di riflessione sulle sfide che attendono tutti noi.

È in questo confronto che si gioca il futuro della filiera: occasione utile a consolidare relazioni, esplorare nuovi mercati e principalmente individuare la capacità di costruire una prospettiva di stabilità in una realtà in rapido cambiamento.

 

Credit Immagini  -  Felix Mittermeier su Unsplash

 

 

Eventi Novembre – Dicembre 2025

Come di consueto pubblichiamo la rassegna delle manifestazioni che si svolgeranno nei mesi di Novembre e Dicembre.

La raccolta comprende fiere nautiche locali ed internazionali, regate ed eventi nel mondo, appuntamenti e convegni tecnici.

Data Evento Località
da 4 a 5 Novembre Assises de l’économie de la mer Bordeaux  –  Francia
da 4 a 6 Novembre Tomorrow.Blue Economy World Congress Barcellona  –  Spagna
da 4 a 7 Novembre EUROPORT Rotterdam  –  Olanda
da 4 a 7 Novembre ECOMONDO Rimini  –  Italia
da 5 a 6 Novembre SMAU Milano  –  Italia
da 7 a 9 Novembre China (Macao) International Yacht Import Macao  –  Cina
da 12 a 14 Novembre ICE – International Charter Expo Amsterdam  –  Olanda
13 Novembre Explorer Yachts Summit Principato di Monaco
da 17 a 18 Novembre The Superyacht Forum Amsterdam  –  Olanda
da 17 a 23 Novembre Genova Smart Week Genova  –  Italia
da 18 a 20 Novembre Metstrade Marine Equipment Trade Show Amsterdam  –  Olanda
da 18 a 21 Novembre productronica Monaco  –  Germania
da 19 a 20 Novembre Forum ICT Security Roma – Italia
da 20 a 21 Novembre Yacht Racing Forum Amsterdam  –  Olanda
da 20 a 23 Novembre Abu Dhabi International Boat Show Abu Dhabi  –  Emirati Arabi Uniti
da 21 a 23 Novembre VBS  Salone dell’Imbarcazione d’Epoca Milano  –  Italia
da 26 a 30 Novembre Paris Boat show Parigi  –  Francia
da 28 a 30 Novembre Boat & Fun Berlino  –  Germania
02 Dicembre Forum Blue Cluster Concarneau  –  Francia
02 Dicembre 1° Sailing Super Yacht forum Genova  –  Italia
da 3 a 7 Dicembre ATHENS INTERNATIONAL BOAT SHOW Atene  –  Grecia
da 5 a 7 Dicembre CANCUN International Boat Show Marina Puerto Cancun  –  Messico

 


 

Nodens – Vele Vento Whisky

L’idea?

Raccogliere whisky sfuso dall’Irlanda, caricarlo su un veliero d’epoca, per poi tornare in Bretagna e farlo assemblare in una distilleria locale.

Il risultato

Un whisky franco-irlandese unico, trasportato a vela su un’imbarcazione classificata come Monumento Storico, che contribuirà con il ricavato dell’operazione al restauro di altre imbarcazioni storiche.

Ideatore del progetto Nodens è Tristan Botcazou, bretone di cinquantasei anni, che da sempre vive con e per il mare e da oltre 20 anni recupera e restaura imbarcazioni da lavoro in legno destinate all’abbandono.
Fonda Nodens, insieme ad un gruppo di appassionati, nella convinzione di poter ridare vita ad alcune di queste imbarcazioni, rappresentative del patrimonio storico, riportandole a mare per navigare impiegate in un servizio di trasporto pulito e sostenibile.

Ecco ciò che dice fiero ed orgoglioso dell’iniziativa intrapresa:

… cosa è l’ecologia? Una preoccupazione urbana, o peggio, solo un trucco per vendere di più: il greenwashing?
… in effetti, abbiamo bisogno di buon senso per evitare gli eccessi.
Nodens mi rafforza in questa idea.
Ho trovato un’ecologia che fa per me, che concilia la mia passione e l’utilità per il nostro ambiente.
È concreto, non contorto, non tecnocratico.
Semplice, utile e bello.

L’avventura Nodens

Inizialmente il programma prevedeva la prima traversata a vela questo autunno salpando dalla Bretagna per raggiungere l’Irlanda e dare inizio a questo ambizioso progetto che prevede di navigare, esclusivamente a vela, combinando crociere e trasporto merci.
La mancata disponibilità dell’imbarcazione ha costretto l’organizzatore a rimandare la partenza spostando la data all’ormai prossimo anno 2026.
Tuttavia, dal mese di ottobre 2025, una prima fase di prologo renderà già disponibili i prodotti temporaneamente consegnati con mezzi tradizionali.

La Flotta

Tutta la flotta è stata costruita in Bretagna nel corso del XX secolo.
Questi velieri sono i nobili rappresentanti delle competenze bretoni.
Ogni imbarcazione incarna l’identità bretone e ha segnato profondamente la storia della regione.

1 – La Fée de l’Aulne

Commissionata nel 1957 dalla compagnia di navigazione Le Bot al cantiere Keraudren di Camaret.
Misura 22,70 Metri in lunghezza e 7,80 di larghezza, costruita secondo la tradizione con il classico fasciame in quercia, è l’imbarcazione di maggiori dimensioni realizzata dai cantieri di Camaret.

2 – Fleur de Mai

Chiatta da 40,25 tonnellate costruita nel 1950 nei cantieri navali JACQ di Hôpital-Camfrout.

3 – L’Audiernais

Varata nel 1936 nei cantieri navali del Morvan, presso il cantiere navale Goyen.
Dopo molti anni di servizio, prima come nave di rifornimento per l’isola di Sein e poi come draga nel porto di Brest, fu successivamente trasformata ed attrezzata per la pesca dell’aragosta.

NODENS – Missione

1 – La salvaguardia di una flotta di velieri d’epoca classificati come Monumento Storico!

2 – Il trasporto e la consegna di Whisky selezionato tra le migliori distillerie di Scozia e Irlanda per diffonderlo in Bretagna!

3 – Trasportare l’equivalente di 3.200 Tonnellate di merci per anno esclusivamente navigando a vela!

– IMPEGNO

1 – VERSO IL PATRIMONIO
Lavoriamo solo con barche a vela d’epoca.
Tutte le imbarcazioni sono e saranno realizzate in legno, un materiale locale e sostenibile che garantisce una durata infinita per ogni imbarcazione.

2 – VERSO COMUNITÀ BRETONE
Permettere alla nostra comunità di vivere l’esperienza del loro restauro, imbarcandosi in crociere o durante visite guidate che organizzeremo.

3 – PER I PRODOTTI LOCALI E PER IL RISPETTO DEL MARE
Vendiamo solo prodotti che abbiamo trasportato noi stessi sulle nostre imbarcazioni, senza alcun inquinamento.

4 – PER LE COMPETENZE LOCALI
Affidare il restauro delle nostre imbarcazioni ai cantieri navali bretoni per diffondere sostenere le competenze e sostenere l’occupazione locale.

 

Credit Immagini  -  Foto Jean -Michel Sotto - Nodens

 

 

Marketing – Analogico o Digitale?

Marketing Nautico – Come orientarsi nel 2025

Il primo semestre del 2025 si è rivelato un banco di prova per il comparto nautico: dopo alcuni anni di crescita costante, iniziano ad emergere segnali contrastanti, soprattutto nel segmento della piccola nautica. Mentre i settori dei superyacht e del charter nautico mantengono trend stabili o in qualche caso in crescita, le imbarcazioni di piccole e medie dimensioni iniziano a sentire il peso dell’inflazione, della riduzione del potere d’acquisto e più in generale delle incertezze conseguenti alla situazione economica e geo-politica europea e mondiale.

In tale scenario il Marketing torna al centro come leva strategica per affrontare le criticità, cercare nuovi spazi di mercato ed espandere il proprio business per quanto possibile.
Ma quale strada scegliere? Digitale o tradizionale?

Per fare un pò di chiarezza

Il termine Marketing (**) – un inglesismo preso a prestito che letteralmente significa “portare al mercato” – è l’insieme di azioni e strategie mirate a promuovere prodotti o servizi, con l’obiettivo di generare valore e connessioni con il cliente.

In funzione del mezzo o canale utilizzato per veicolare il messaggio di marketing al pubblico si distingue principalmente in:

Marketing Digitale
L’attività si affida a strumenti online come siti web, social media, newsletter, motori di ricerca e campagne sponsorizzate.

Marketing Tradizionale (o Analogico)
Utilizza canali offline come riviste di settore, pubblicità su carta stampata, eventi, fiere e cartellonistica.

Per rispondere correttamente al quesito su quale sia la miglior strategia di promozione non esiste una risposta unica.

Ogni strategia efficace deve partire da tre domande fondamentali:

– Quale prodotto o servizio è oggetto della comunicazione?
– Chi è il target di riferimento?
– Quali obiettivi si vogliono raggiungere?

Nautica un mercato eterogeneo

Il mondo nautico presenta una composizione estremamente diversificata che spazia dalle barche agli accessori, dai servizi charter al turismo di lusso.
Conseguentemente, ogni segmento richiede un approccio mirato.
La promozione di un nuovo modello di imbarcazione avrà logiche, linguaggi e canali ben diversi da una campagna per un accessorio tecnico o per un servizio di refitting.

In generale, però, vista la natura di nicchia del pubblico, la base del target di interesse numericamente ristretta e l’importanza nel settore della relazione personale, la via più efficace è spesso un mix ben calibrato tra digitale e analogico.

Da rimarcare che i grandi cantieri e le maggiori case produttrici di accessori e componenti hanno uffici preposti alla comunicazione ma molti altri operatori dell’indotto non sono altrettanto organizzati per ragioni di risorse di tempo e disponibilità di investimento economico.

Tre consigli pratici:

1 – Affidatevi a un professionista
Anche un semplice colloquio con un esperto può fare la differenza tra un investimento efficace e una spesa inutile.

2 – Diffidate dalle soluzioni “magiche”
Il marketing richiede analisi, studio e strategia.
Promesse roboanti senza basi reali spesso portano a risultati deludenti.

3 – Evitate il “fai da te”
Se non disponete di un budget adeguato, piuttosto che improvvisare, meglio concentrarsi sull’ottimizzazione dell’attività e posticipare la promozione.

 

(**) Riporto di seguito alcuni collegamenti di interesse per chi volesse approfondire la ricerca sugli argomenti trattati.

Origine del termine Marketing –
https://www.britannica.com/money/marketing

John Wanamaker, definito come primo inventore del Marketing –
https://www.britannica.com/money/John-Wanamaker

Sam Walton, fondatore della catena dei supermercati Walmart –
https://www.britannica.com/money/Sam-Walton

 

 


 

 

Quanto dura la garanzia?

Come ben sanno gli operatori del settore, siamo ormai entrati in quel periodo della stagione nautica in cui le richieste di assistenza ed interventi in garanzia diventano più frequenti e pressanti.

Le aziende specializzate nel service a bordo, così come gli utenti più accorti, si sono già organizzati con interventi di manutenzione programmata e controlli accurati, fondamentali per garantire navigazioni sicure e piacevoli.

Tuttavia, l’imprevisto è sempre in agguato – soprattutto per quella fascia di utenza che, per molteplici ragioni, si ritrova a dover affrontare guasti o malfunzionamenti all’ultimo momento.

In questo contesto, già complesso, si inserisce un tema particolarmente delicato: la garanzia e le condizioni per la sua applicazione.

Sebbene il consumatore sia ampiamente tutelato dalla normativa che disciplina le garanzie sui beni di consumo permangono ancora molte incertezze, spesso legate alla complessità del linguaggio giuridico e delle procedure previste.

Inoltre nel caso delle imbarcazioni le difficoltà si moltiplicano a causa delle possibili numerose variabili: l’ambiente ove viene utilizzata l’imbarcazione, la natura stessa del mezzo che navigando può trovarsi in qualsiasi parte del mondo, la specificità del componente interessato (dalla parte strutturale allo scafo sino all’impiantistica o agli accessori) e, non da ultimo, le modalità di uso.

Occorre pertanto fare un po’ di chiarezza.

1 – Quali sono i casi in cui una riparazione verrà riconosciuta in garanzia?
2 – Quali sono le tempistiche di intervento previste?
3 – Quali eventuali ulteriori costi resteranno a carico dell’utente?

Abbiamo provato a rispondere a queste tre domande in modo sintetico con il diagramma di flusso riportato a lato.

Per completare l’argomento vi sono poi da esaminare alcune altre questioni secondo le quali possono cambiare le condizioni.

La tipologia:

–  Garanzia legale

–  Garanzia commerciale o convenzionale

La durata ed i limiti territoriali della garanzia:

– Ventiquattro o dodici mesi

– Nazionale – EU – Extra EU

Il tipo di rapporto nella fornitura:

– Vendita a soggetto “Consumatore”
Chi acquista il bene per uso personale, indipendentemente dall’attività economica esercitata

– Vendita a soggetto “Professionista”
Chi acquista il bene per la propria attività imprenditoriale o professionale

Per concludere questo report una riflessione:

Al di là della complessità dell’argomento trattato, la gestione della garanzia sia da parte del fornitore che dell’utente richiede molta attenzione, alcune precauzioni possono evitare contestazioni o costi gravosi a carico dei soggetti coinvolti.

Per il fabbricante o fornitore

Redigere in forma chiara e facilmente comprensibile le condizioni di garanzia, le esclusioni ed un elenco, per quanto possibile, delle casistiche di applicabilità nonché un’adeguata policy del customer care.

Per l’utilizzatore

Consultare prima dell’acquisto le condizioni, attingere informazioni circa l’attendibilità del fornitore e chiedere sempre una copia scritta del certificato di garanzia completo.

 

 


 

Eventi Fiere Workshop Meeting

Una breve analisi critica su Eventi, Fiere, Workshop e Meeting

Nel panorama attuale la tecnologia e la comunicazione digitale dominano una vasta parte delle interazioni umane, influenzando scelte e comportamenti. Eventi come fiere, workshop, meeting, corsi di formazione, seminari e open day svolgono un ruolo cruciale nell’ambito professionale e commerciale, offrendo l’opportunità di consolidare relazioni esistenti o crearne di nuove, condividere esperienze ed ampliare le conoscenze personali e professionali.

Tuttavia, il proliferare delle iniziative citate può presentare delle criticità, specialmente per le aziende più piccole che spesso si trovano ad affrontare la sfida della limitata disponibilità di tempo e dell’impatto dei costi derivati.

Nel mondo degli affari l’evoluzione degli strumenti di comunicazione può talvolta portare ad un sovraccarico di informazioni per il destinatario, rendendo le comunicazioni fastidiose o peggio ancora ingestibili. Pertanto, la decisione di partecipare richiede un’attenta valutazione su benefici e svantaggi.

Qualche suggerimento sui punti da analizzare:

– Fare una ricerca sui temi in agenda, individuare chi sono i relatori e se possibile raccogliere qualche opinione da partecipanti a precedenti edizioni

– Cosa vogliamo ottenere partecipando? Identificare con chiarezza l’obiettivo

– Valutare i costi di registrazione, se richiesti, considerando inoltre eventuali spese da sostenere quali viaggio, trasferta ed altri

– Altro elemento importante ai fini della decisione il tempo occorrente alla partecipazione, sia in presenza che online, in quanto potrebbe risultare sottratto alle normali attività lavorative. Fatto salvo che sia importante seguire l’aggiornamento ed alimentare la rete di contatti occorre però mantenere un buon bilanciamento tra la produttività e tali attività

– Nel caso di corsi di formazione, convegni e simili, infine, occorre riconoscere quali nascono con solo scopo commerciale, atti a promuovere prodotti o servizi in modo poco trasparente senza offrire reali occasioni di apprendimento

In conclusione è innegabile che ogni tipologia di evento possa costituire una preziosa fonte di crescita per individui ed imprese ed un buon contributo all’innovazione, nonostante alcune negatività superabili se gestite con cura ed attenzione agendo con strategie mirate ed una preventiva pianificazione.

 


			
			

Ferragosto & Customer Care

Come ogni anno siamo giunti a quel periodo della stagione nautica che per molte aziende del settore rappresenta la chiusura dell’anno commerciale in attesa della ripresa autunnale segnata dai numerosi saloni nautici in programma.

Anche se Ferragosto segna una sorta di pausa gli operatori del comparto si trovano ad affrontare alcune sfide derivate dall’assistenza ai clienti poiché non è facile trovare un giusto equilibrio tra le esigenze aziendali e quelle degli utenti.

Molti dei diportisti partiti per la crociera estiva o che stanno per concluderla potrebbero avere necessità di assistenza o supporto tecnico, altri che sono sul procinto di partire potrebbero invece avanzare domande su prodotti o richiesta di ricambi per un’esigenza non programmata per tempo.

Dal mio punto di osservazione, che considero privilegiato in quanto mi giungono indirettamente input di diversa natura secondo il mercato di riferimento, azzardo alcune riflessioni sul fenomeno.

– Sull’argomento incidono molti fattori e non tutti sono controllabili e gestibili direttamente dagli interessati, quali disponibilità dei ricambi, logistica e tempistica degli interventi, solo per esempio.

– Le società od i cantieri di maggiori dimensioni hanno più facilità ad organizzare turni di personale ma sappiamo bene che molte delle realtà nautiche sono di piccola dimensione ed hanno difficoltà a sopportare picchi di lavoro.

– Gli utenti non sempre seguono programmi di manutenzione che possono evitare avarie o malfunzionamenti indesiderati.

– Purtroppo gli utenti, con una certa frequenza, si ricordano di sostituire od integrare quella attrezzatura o strumento necessario e magari non è possibile soddisfare la richiesta per il poco tempo a disposizione.

La definizione di “customer care” del vocabolario Treccani riporta:

ingl. (propr. «cura del cliente»), usata in ital. come s. m. – Nel linguaggio aziendale, l’insieme di attività con cui l’azienda cura la soddisfazione dei clienti, registrandone reclami, rispondendo a loro quesiti, ecc.

Nel nostro caso, per completare dovremmo considerare anche il “customer service” ossia le risposte del servizio assistenza alle richieste della clientela.

“customer care” e “customer service” non sono solo parole che fanno bella mostra nelle brochure patinate, debbono necessariamente essere concretizzate in azioni mirate alla soddisfazione del cliente.

Conseguentemente lo sforzo degli operatori tutti, grandi o piccole realtà, dovrebbe essere rivolto, con particolare attenzione, alla comunicazione ed informazione verso gli utenti.
In tal modo si potrà trasformare in opportunità una possibile situazione critica, ottimizzare il rapporto e contribuire allo sviluppo delle attività.

 


			
			

Viaggio Inaugurale EcoClipper

La nave gestita dalla compagnia di navigazione a vela EcoClipper è salpata da Amsterdam per il primo viaggio del programma che porterà “De Tukker” su una rotta regolare attraverso il nord e l’ovest dell’Europa.

Il servizio di linea a corto raggio senza emissioni inizia così, con un carico di cioccolato, 5 membri di equipaggio e 5 tirocinanti.
Mentre scriviamo la nave dovrebbe essere in arrivo a Porto, dove imbarcherà vino e olio d’oliva, per proseguire poi dal Portogallo per le altre destinazioni previste in Francia e Inghilterra.

Le merci trasportate raggiungeranno i consumatori seguendo un processo mirato a produrre ridotte emissioni nocive che riguarda l’intera filiera: materia prima, produzione, trasporto e distribuzione.
Il cioccolato destinato al mercato europeo, gestito dai broker di merci a vela New Dawn Traders, è prodotto dalla azienda olandese “Chocolatemakers” che utilizza cacao spedito dalla Repubblica Dominicana con il veliero da carico Tres Hombres.

Un ulteriore passo concreto dell’ardita ed ambiziosa impresa portata avanti dal Capitano Jorne Langelaan, fondatore ed amministratore delegato di EcoClipper, fedele ai principi espressi nel progetto ben lontani da posizioni di “greenwashing”.

De Tukker

Costruita nel 1912 è stata impiegata prima per il trasporto merci costiero e poi come nave scuola, oggi dopo un lungo ed accurato refitting è in grado di trasportare carichi di circa 70 metri cubi, ovvero l’equivalente di 50-70 tonnellate, spinta da oltre 300 metri quadrati di vela.

Comunicato Stampa

Il viaggio è seguito dal Capitano di De Tukker, Paul Pélaprat, 
sulla pagina Instagram di EcoClipper @ecoclipper

 

 

Trasporto Marittimo Eolico

Il crescente interesse verso i temi ambientali da parte di cittadini, istituzioni e mondo delle imprese ha raggiunto livelli di attenzione forse mai precedentemente registrati.
La questione presenta una notevole complessità sia per la eterogeneità degli argomenti che la compongono sia per il pericolo di scivolare su posizioni prettamente ideologiche o peggio astratte e fuori dalla realtà.

Il comparto del trasporto marittimo, fortemente coinvolto nella problematica, si è da tempo attivato impegnandosi nella ricerca di soluzioni atte a ridurre il proprio impatto ambientale.
Sono in via di sviluppo od in fase sperimentale diverse pratiche alternative come l’utilizzo di carburanti di origine biologica, l’elettrificazione della propulsione e l’uso dell’idrogeno a mezzo di celle a combustibile o sistemi misti che utilizzino l’energia solare e l’eolico.

Tuttavia il percorso per giungere alla decarbonizzazione del settore risulta complesso in termine di tempi di attuazione, costi e relativo impatto economico sul mercato mondiale dei traffici marittimi.

Stiamo anche assistendo ad iniziative da parte di compagnie, con nazionalità diverse, che ripropongono il trasporto eolico utilizzando velieri per ripercorrere antiche rotte condividendo l’impegno per la creazione di una cultura del trasporto sana.

Ci pare interessante evidenziare questa tendenza che può diventare operativa in minor tempo e con investimenti di minore entità, benché consapevoli dei limiti di applicabilità e delle possibili difficoltà di espansione.

Già diverse volte ci siamo occupati delle attività di Eco Clipper, fondata dal Capitano Jorne Langelaan, che sta sviluppando una flotta di navi a vela per trasporti e viaggi senza emissioni in tutto il mondo.

Il progetto ha preso avvio da diversi anni e sta procedendo speditamente. La compagnia Olandese dopo l’acquisto di De Tukker, il completamento del retrofit ed un accordo di partnership concluso con New Dawn Traders sarà presto operativa per trasportare merci e passeggeri sulla rotta individuata attraverso il Canale della Manica toccando Inghilterra, Francia, con destinazione finale Porto, in Portogallo.

Come detto sopra vi sono parecchie altre iniziative, individuate da una ricerca per progetti di carico a vela, provenienti da Olanda, Francia, Germania, Spagna, Italia, Canada.

Nell’impossibilità di citarle tutte, di seguito riportiamo un elenco di alcune al solo titolo esplicativo.

Avel Marine – Francia
Associazione Bretone con progetti mirati a rivitalizzare i territori marittimi bretoni

Gallant – Blue Schooner Company – Francia
Società di trasporti che percorre le rotte commerciali transatlantiche ed europee

TRES HOMBRES  Fairtransport – Olanda
Brigantino senza motore che trasporta merci sostenibili dal Sud – Centro e Nord America verso l’Europa

GRAIN DE SAIL – Francia
Servizi di trasporto marittimo senza emissioni di Carbonio

TIMBERCOAST    AVONTUUR  – Germania
Goletta impegnata in trasporti tra il continente europeo e le Americhe

PROVIDENCE  – Providece 1903 Charters – Canada
Trasporto a basse emissioni di carbonio e servizio passeggeri

BRIGANTES – Italia
Progetto per il recupero di una ex nave da carico a vela, costruita nel 1911, per adibirla al trasporto ecologico di merci a emissioni zero.
Avevamo pubblicato un post nel 2016 al momento dell’inizio dei lavori di adattamento.
Attualmente la nave è in attesa del completamento della ricostruzione.

 

Nota – Effettuando la ricerca, in conseguenza dell’interesse del mercato per le soluzioni di propulsione eolica, abbiamo rilevato anche sistemi e materiali dedicati all’applicazione dell’energia eolica su navi che saranno oggetto di un prossimo post.