CRN consegna M/Y Cloud 9, l’ultimo gioiello del cantiere

Comunicato:

CRN consegna M/Y Cloud 9,
l’ultimo gioiello del cantiere

CRN, cantiere e marchio italiano del Gruppo Ferretti specializzato nella costruzione di navi da diporto in acciaio e alluminio completamente personalizzabili dai 40 ai 100 metri, ha consegnato con successo M/Y Cloud 9.

Dopo lo spettacolare varo di fine gennaio, l’ultimo yacht costruito da CRN è salpato qualche giorno fa dalla marina del Cantiere navale di Ancona e si appresta a navigare nelle acque del Mediterraneo, mostrando la sua imponente personalità ed il suo design sartoriale.

M/Y Cloud 9 è il frutto della stretta collaborazione tra CRN e gli Studi Zuccon International Project e Winch Design: l’Ufficio tecnico di CRN si è occupato della progettazione navale, lo studio Zuccon International Project ha disegnato le linee esterne, Winch Design ha curato gli interni e l’area ospiti esterna.

Burgess, in qualità di rappresentante dell’Armatore, si è occupato del progetto fin dalle prime fasi. Il risultato finale sono oltre 1000mq di elementi di design che arredano magnificamente tutti i ponti dello yacht. Burgess, come referente a livello globale, questa estate si occuperà del charteraggio di Cloud 9 nel Mediterraneo.


CRN
CRN, società parte di Ferretti Group, nasce nel 1963 ad Ancona (Italia), città che da sempre ospita, oltre alla direzione e agli uffici, l’attività di progettazione e di costruzione degli yacht CRN: navi fino a 100 metri, completamente custom in acciaio e alluminio. Il cantiere di Ancona si estende su un’area di quasi 80.000 mq e dispone di una grande e storica marina privata. Qui vengono prodotti tutti i megayacht della flotta CRN, che consta oggi di oltre 180 imbarcazioni naviganti, oltre ad alcuni modelli in alluminio e lega leggera di altri marchi del Gruppo Ferretti.
CRN sviluppa progetti unici caratterizzati da soluzioni all’avanguardia e trend setter nel mondo dello yachting avvalendosi di un team di ingegneri, architetti e tecnici interni per lo studio delle migliori carene, piattaforme navali,soluzioni progettuali ed architettoniche, e di designer di fama internazionale che curano il design estetico e funzionale dell’imbarcazione. CRN è membro del Sybass (Superyacht Builder Association)
Per maggiori informazioni: www.crn-yacht.com


Ferretti Group
Ferretti Group è leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motor yacht e navi da diporto, con un portafoglio unico di marchi prestigiosi ed esclusivi: Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, Mochi Craft, CRN e Custom Line.
Guidato dal Presidente Tan Xuguang, e dall’Amministratore Delegato Avvocato Alberto Galassi, Ferretti Group si avvale di moderni centri di produzione, tutti in Italia, che coniugano l’efficienza produttiva industriale con un’inimitabile qualità dei dettagli, garantita dalla lavorazione artigianale tipica del Made in Italy, raccogliendo l’eredità di secoli di tradizione nautica italiana.
Fondato nel 1968, il Gruppo è presente negli USA (con la propria controllata Ferretti Group America, che gestisce un network di punti vendita e dealer specializzati nella commercializzazione e nel marketing dei brand del Gruppo in tutto il mercato nord-americano) e in Asia (con la controllata Ferretti Group Asia Pacific Ltd., con sede a Hong Kong, oltre che attraverso uffici di rappresentanza e sales center a Shanghai, Qingdao e in altre località della Cina).
Inoltre, un network altamente selezionato di circa 60 dealer garantisce a Ferretti Group una presenza in oltre 80 Paesi e alla clientela i più elevati livelli di assistenza in tutto il mondo.
Ferretti Group è da sempre ai vertici della nautica da diporto, grazie alla costante innovazione di prodotto e di processo e alla continua ricerca di soluzioni all’avanguardia in campo tecnologico.
L’ampia gamma di imbarcazioni offerte (flybridge, runabout, open, coupé, lobster boat, maxi e mega-yacht) è concepita dal Comitato Strategico di Prodotto, dal dipartimento Marketing dalla Direzione Engineering del Gruppo . L’obiettivo è sviluppare soluzioni estetiche e funzionali innovative, lavorando anche in stretta collaborazione con architetti esterni di fama internazionale.
Nel settore nautico le imbarcazioni create da Ferretti Group si caratterizzano da sempre per la grande qualità, l’elevata sicurezza e le ottime performance in mare, oltre che per l’escluisività del design e il fascino senza tempo. Per maggiori informazioni: www.ferrettigroup.com

Grand Soleil 34 Performance, il ritorno di un’icona

Comunicato:

GS 34 Performance – Il ritorno dell’icona

RITORNO AL FUTURO
Il mitico Grand Soleil 34 è, secondo molti, una leggenda; progettato da Finot negli anni 70 è rimasto in produzione fino agli anni 80 e ne sono stati realizzati circa 300 scafi. Oggi, passato e futuro si incontrano di nuovo al Cantiere del Pardo, dove è iniziata la costruzione di un nuovo modello GS 34 basato sullo stesso concetto di una piccola-grande barca con forme più moderne e più veloce dotata di ampi spazi, comfort e alta qualità. E caratterizzata dal miglior design italiano.

ALTISSIMA RICHIESTA DI MERCATO
Il settore nautico del Mediterraneo si compone oggigiorno di clienti sempre più esigenti, che desiderano barche divertenti, adatte a rapidi trasferimenti, veloci in regata, ma con un’estetica ed un’innovazione ricercate. Non à un caso che siano sempre più numerosi gli armatori che vogliono una barca su misura ed adatta alle loro esigenze, in un mercato che non incontra totalmente le loro esigenze. Un altro elemento caratterizzante del nuovo GS 34, è la possibilità di acquistarla anche in versione natante. La sintesi di un attento studio fatto da Skyron e l’unione con 40 anni di storia e di successi di Cantiere del Pardo, hanno dato vita ad un nuovo Piccolo Grand Soleil 34.

GRANDI OBIETTIVI
Il progetto è dedicato agli armatori che amano il divertimento, la crociera sportiva e le regate offshore, ed è stato ispirato dagli open oceanici. Un design ed un’architettura navale estremamente accurati hanno dato vita ad una barca da regata offshore, facile da manovrare e con le massime performance possibili, ma che mantiene al contempo il comfort di un fast cruiser.
Il nuovo Grand Soleil 34 Performance è stato realizzato per regate offshore con un sistema di rating IRC e anche in ORC con una opportuna ottimizzazione del piano velico e delle appendici. In questo modo la barca può diventare competitiva in entrambi i regolamenti di stazza internazionali, sia offshore che per le regate a bastone.
Velocità, stile ed eleganza completano il DNA del prodotto che riprende il family feeling dell’ammiraglia GS 58 Performance.

COSTRUZIONE
Scafo e coperta sono realizzati in sandwich di vetroresina, con una schiuma in PVC a differenti densità: sono composti da rinforzi biassiali e unidirezionali, impregnati di resina vinilestere. Entrambi sono laminati in uno stampo femmina. Esternamente sono rifiniti in gelcoat ma, su richiesta del cliente, possono essere anche verniciati. In più, la coperta rimanere solo con l’antisdrucciolo, oppure su richiesta, può avere il teak naturale o sintetico.

RAGNO
Il ragno è costruito su stampo femmina in vetroresina con tessuti biassiali e unidirezionali, con rinforzi in fibra UD di carbonio, utile a ridurre notevolmente il peso senza avere un aggravio sul rating. Il ragno fascettato a scafo crea una struttura monolitica in grado di supportare il carico di albero, chiglia e sartie ed include le geometrie della dinette e dei supporti del mobile cucina e del carteggio.

LINEE DI CARENA ED APPENDICI
Le geometrie di carena ed appendici sono il risultato di uno studio approfondito comprensivo di numerose analisi fluidodinamiche (CFD) e studi statistici. I dati così ottenuti unitamente ad un programma VPP creato ad hoc hanno consentito di ottimizzare l’idrodinamica in funzione del rating. Questi studi hanno dato vita ad uno scafo di ultima generazione, con un dislocamento medio-leggero che crea il giusto equilibrio tra spiccate performance ed una crociera sportiva.

La particolare geometria dello scafo del GS34 permette di avere linee d’acqua potenti, una poppa a spigolo ed uno specchio di poppa voluminoso, utile anche per navigare sottovento o sbandati. La larga poppa assicura più stabilità, rendendo più spaziosi sia il pozzetto che gli interni.

Ricevi settimanalmente tutti i nostri aggiornamenti sulle ultime novità del mondo nautico.

Grand Soleil 34 Performance icona

La chiglia di 2.18m è una tipica chiglia IRC a lama in acciaio e fusione di piombo copre tra il 40% a 45% del dislocamento, a seconda delle esigenze dell’armatore. Si ha quindi la possibilità di contenere i pesi nella zona interiore spostando il baricentro della chiglia più in basso possibile. Una chiglia ORC a T con bulbo in piombo può essere installata a richiesta.

La doppia pala è una scelta idonea al tipo di imbarcazione e al sistema di stazza, gli assi inclinati consentono una timonata sempre efficace.

Grand Soleil 34 Performance icona

PIANO VELICO E MANOVRE
L’albero è caratterizzato da un doppio ordine di crocette acquartierate con strallo a 9/10. Un albero race in carbonio oppure High modulus possono essere forniti su richiesta. La randa Full Batten ha un buon rapporto di allungamento, con uno Square Top evidente ma non eccessivo, singolo dalla testa d’albero al paranco, è sdoppiato in coperta per una migliore gestione della manovra. Un paterazzo idraulico può essere installato su richiesta.

La vela di prua è un gennaker murato sulla delfiniera che ha un estensione di circa 70cm dallo strallo. Sono previste altre 2 drizze: una in testa d’albero o un’altra uscita a 9/10. Per coloro che volessero dedicarsi a regate Inshore sono previsti spinnaker in testa d’albero e uno Spi pole o vele asimmetriche sulla delfiniera, più adatte a regate costiere o alla crociera.

Il sartiame sono spiroidale discontinuo con tenditori attaccate alle lande, che si trovano sul baglio massimo della barca. Questo consente di montare un Jib (da 28 a 32 mq) con minima sovrapposizione. Sartiame in dyform, Rod o in PBO possono essere installate su richiesta.

Grand Soleil 34 Performance icona

INTERNI
Il layout degli interni è diviso in 2 cabine: una cabina di poppa sinistra ed una cabina armatoriale a prua, che può essere trasformata in calavele, durante le regate. Un bagno spazioso si trova a poppa, sulla destra ed appena dietro di esso, si trova un ampio gavone. Una grande dinette, con tavolo centrale e sedute a murata, possono all’occorrenza diventare delle ulteriori cuccette (ribaltabili in regata). Il carteggio, che può essere ben equipaggiato, si trova a dritta, opposto alla cucina ad “L” che ha un lavandino, un frigorifero generoso ed una cucina basculante a 2 fuochi.

L’aspetto moderno dell’open space è caratterizzato dall’uso del rovere, dal comfort e dalla luminosità tipiche di Grand Soleil: tutti elementi di grande importanza sia durante le regate, che in crociera.

Per gli armatori più esigenti, le superfici in compensato marino ed il carteggio, possono essere sostituiti con materiali in composito in modo da alleggerire ancora di più l’imbarcazione. I paglioli sono in rovere marino multistrato, ma anche in questo caso si possono avere paglioli in composito alleggerito, oppure con verniciature differenti, o addirittura di carbonio.

PIANO DI COPERTA
La coperta del GS 34 unisce le caratteristiche principali dell’intera gamma performance, grazie a lunghe finestrature ed una poppa larga che rendono questo Piccolo Grand Soleil, un’imbarcazione facilmente riconoscibile ed accattivante. Il piano di coperta è stato studiato principalmente per facilitare le manovre in solitario o in equipaggio ridotto, sia in crociera che in regata.

Soluzioni tecniche semplici sono state ben integrate all’estetica della coperta e questa eccellente combinazione ha dato come risultato un pozzetto ampio, una coperta pulita e spaziosa, ottime performance e velocità durante le regate, e facilità di conduzione in crociera.

Sono disponibili 2 versioni di coperta: la coperta standard prevede il timone a barra, carrello trasversale della scota randa regolabile tramite paranco, si trova a poppavia, ed è molto utilizzato da chi ama le regate offshore in equipaggio ridotto. Il piano di coperta opzionale prevede invece una timoneria a doppia ruota contrasto randa a pruavia rispetto alle ruote.

Sono installati 2 verricelli primari per le scotte Jib e Gennaker facilmente raggiungibili dalla timoneria, più 2 verricelli per manovre e drizze, sempre utilizzabili anche per il Gennaker in caso che serve. Sono previsti altri 2 verricelli, utilizzabili per la scotta randa alla tedesca rinviata sottocoperta.

Il varo dello primo scafo e previsto per la fine di Giugno 2017!

Grand Soleil 34 Performance icona

SPECIFICHE TECNICHE
Modello: GS 34 Performance
Architetto Navale: Skyron
Design interni ed esterni: Cantiere del Pardo & Skyron
Costruttore: Cantiere del Pardo
Categoria CE: A
Lunghezza fuori tutto: 10.70 mt
Baglio massimo: 3.60 mt
Pescaggio: 2.18 mt
Dislocamento: 4900 Kg
Bulbo: 2200 Kg
Randa: 40 m2
Genoa 110%: 31 m2
Gennaker: 110 m2


Cantiere del Pardo SpA
Via F.lli Lumière 34 – 47122 Forlì (FC)
T. +39 0543 782404 – info@grandsoleil.net – www.grandsoleil.net

Il futuro della Volvo Ocean Race sarà monoscafo o multiscafo? Ecco la sorprendente risposta

Volvo Ocean Race svela il futuro con la combinazione monoscafo-multiscafo, il test definitivo per i professionisti della vela.

La Volvo Ocean Race ha risolto la questione se il suo futuro dovrebbe essere monoscafo o multiscafo…..optando per entrambi!

L’introduzione di un monoscafo da 60 piedi (18,29 metri) dotato di foils per le regate oceaniche più un catamarano “volante” ultraveloce da 32-50 piedi (10-15 metri) per l’uso inshore porterà  la competizione ad un livello estremo di vela professionale.

La direzione gara ha annunciato la futura generazione di barche One Design – introdotte nel 2019 e progettate per essere utilizzate per almeno sei anni – come il fulcro della propria visione per il prossimo decennio, che aumenterà notevolmente la posta in palio sia in termini sportivi che di valore commerciale.

Abbiamo affrontato molti dibattiti sulla diatriba multiscafo contro monoscafo, con validi argomenti in entrambe le direzioni. Abbiamo deciso per tre carene: un monoscafo e un catamarano!” ha dichiarato Mark Turner, CEO di Volvo Ocean Race, in occasione di un evento speciale presso il Volvo Museum di Göteborg, sede dei co-proprietari della competizione, Volvo Group e Volvo Car Group.

Questa nuova formula per la Volvo Ocean Race, per la prima volta, metterà alla prova velisti di primo livello in entrambi gli aspetti di questo sport – con il monoscafo che continua ad incarnare il nostro DNA per le regate in oceano ed i multiscafi “volanti” a rappresentare le tecnologie più moderne ed avanzate. Stiamo cercando di utilizzare lo strumento migliore per ogni disciplina. Questo spingerà gli atleti e i team a livelli che non hanno mai dovuto raggiungere in precedenza per assicurarsi uno dei più importanti premi della vela“.

Volvo Ocean Race barca

Per vincere la Volvo Ocean Race in futuro sarà richiesta la competenza in entrambi i tipi di scafi, in quanto entrambe le forme di regata saranno corse sostanzialmente dallo stesso equipaggio. Attualmente la serie In-Port conta solo come tie-break in caso di parità di punteggio alla linea di arrivo; nel 2014-15 ha cambiato effettivamente le posizioni complessive per due squadre, confermandone la difficoltà e la validità come prova selettiva. In futuro, la serie In-Port avrà ancora più importanza, pur restando il fatto che saranno ancorale tappe oceaniche ad assegnare la maggior parte dei punti.

Il francese Guillaume Verdier sta progettando il nuovo monoscafo, che utilizzerà foils di ultima generazione ed è essenzialmente un IMOCA 60 con il “turbo”. Il progetto prevede che il design dello scafo sia convertibile, in modo relativamente rapido e poco costoso, in un’imbarcazione IMOCA conforme alle regole, in grado di competere in altri eventi importanti del circuito IMOCA, come ad esempio la Vendée Globe e la Barcelona World Race.

E’ stata invece aperta da poco la gara d’appalto per la progettazione dei catamarani (32-50 piedi, 10-15 metri) che saranno costruiti secondo una regola rigorosa di One Design, come per i monoscafi, e permetteranno di sfruttare l’ultima tecnologia “volante” a costi relativamente bassi.

Ricevi settimanalmente tutti i nostri aggiornamenti sulle ultime novità del mondo nautico.

Volvo Ocean Race Imoca monoscafo

L’America’s Cup, uno degli altri pilastri del nostro sport, sarà sempre all’avanguardia nello sviluppo, con incredibili evoluzioni tecnologiche mozzafiato che vedremo già la prossima settimana alle Bermuda“, ha dichiarato Turner. “Abbiamo visto gli stessi progressi tecnologici nella classe IMOCA con l’introduzione dei foils nella recente Vendée Globe. Il nostro obiettivo come Volvo Ocean Race è quello di portare il livello il più in alto possibile, nei limiti dei bilanci delle campagne esistenti e nel contesto di One Design, dove si è obbligati a congelare il livello tecnologico per ogni ciclo di gara“.

Le costruzioni iniziali saranno 8, sia per i monoscafi che per i multiscafi, e saranno messe a disposizione delle squadre con un contratto di locazione, eliminando così la barriera dell’acquisto di asset che spesso impedisce la formazione delle squadre, con gli sponsor coinvolti nella prossima edizione 2017-18 che avranno la precedenza . La prima delle nuove barche sarà completata entro gennaio 2019, con tutta la flotta pronta entro la metà di quell’anno.

Persico Marine a Bergamo dirigerà la costruzione del nuovo monoscafo e il team specialisti The Boatyard completerà la fase di assemblaggio finale, in una località ancora da definire.

Volvo Ocean Race

Le nuove barche verranno consegnate in locazione e, insieme al crescente pacchetto di vantaggi forniti centralmente dall’organizzazione gara, ci aspettiamo che i bilanci siano tenuti sotto controllo“, ha proseguito Mark Turner. “I budget dei team sono in media di 10-12 milioni di euro, distribuiti in due anni. La fornitura di attrezzature e servizi centralizzati permetterà agli atleti di concentrarsi sulla pura competizione velica piuttosto che pensare a moltiplicare i costi nelle campagne“.

Verdier, che attualmente sta finalizzando i progetti per le barche di nuova generazione a fianco del suo team di designer, ha dichiarato: “Sono davvero entusiasta che mi sia stato affidato il compito di progettare la nuova generazione di barche Volvo Ocean Race. I velisti che partecipano a questa regata hanno una reputazione di atleti implacabili che affrontano le sfide con il massimo impegno, e il design futuro della barca riflette il loro spirito. Per questo motivo è importante mantenere un certo livello di sicurezza nella progettazione, particolarmente importante anche in considerazione dei luoghi in cui la flotta gareggerà, come i mari del Sud. E’ una grande sfida progettare un’imbarcazione che sia straordinaria per navigare, ma allo stesso tempo sicura.

Otam Custom Range SD 35m M/Y Gipsy vince The World Superyacht Awards 2017

Comunicato:

Otam SD 35m M/Y Gipsy vince The World Superyacht Awards 2017

Abbiamo il piacere di annunciare che M/Y Gipsy – la prima unità della gamma in alluminio Otam Custom Range prodotta dal cantiere ligure – ha vinto nella categoria “Semi-Displacement or Planing Motor Yachts 34m to 39.9m” uno degli World Superyacht Awards sabato 13 maggio nel corso della cerimonia tenutasi a Firenze – organizzata da Boat International Media.

Questo traguardo arriva dopo la conquista dello ShowBoats Design Awards 2017 lo scorso febbraio – ottenuto nella categoria “Best naval architecture 2017“.

Gianfranco Zanoni – Otam Yachts CEO ha commentato: “Per il cantiere Otam si tratta di un secondo importante riconoscimento, dopo quello ottenuto a febbraio, quando Gipsy ha vinto nella categoria “Best Naval Architecture for Semi-Displacement Yachts” agli ShowBoats Design Awards 2017. Si tratta di un premio che dimostra la bontà della strada intrapresa con l’Otam Custom Range, un percorso che ci consente di seguire nuove opportunità esplorando sviluppi di prodotti differenti insieme ad armatori che cercano un alto tasso di customizzazione. Anche per questo vogliamo approfittare dell’occasione per ringraziare l’Armatore di Gipsy, che ci ha permesso di realizzare un prodotto così diverso. Una soddisfazione che inoltre ci sembra importante condividere con tutto il nostro team, ma anche con Tommaso Spadolini e Umberto Tagliavini di Marine Design Studio per la fruttuosa collaborazione..

Otam Custom Line Gipsy Superyacht Awards

I giudici del The World Superyacht Awards 2017 hanno premiato l’SD 35m M/Y Gipsy nella categoria Semi-Displacement or Planing Motor Yachts 34m to 39.9m. Tra le motivazioni spiccano subito la pulizia delle linee e l’ottimizzazione degli spazi esterni. I giudici hanno anche messo in risalto “lo stile moderno degli interni, che si raccorda perfettamente alle sue linee esterne“.

Al contempo è stata premiata la capacità di questo yacht di raggiungere una velocità massima di 20 nodi e un’autonomia di 2.000 miglia a una velocità di crociera di 11 nodi. Il cantiere genovese è riuscito a unire un’idrodinamica efficiente all’eleganza, concentrandosi in particolare modo su performance, qualità marine, autonomia ed efficienza dei consumi.

Un vero “mantra” per Otam Yachts, che ha costruito la propria produzione e la sua reputazione – in oltre 63 anni di storia – sulla creazione di yacht con eccezionali qualità marine e performance efficienti e sportive.
Il cantiere riceve questo premio con immenso orgoglio come riconoscimento non solo per lo yacht in sé stesso, ma per la grande passione e gli sforzi compiuti fin dagli esordi nel 1954.

M/Y OTAM GIPSY 35M – AT A GLANCE
Di seguito una breve descrizione di Otam M/Y Gipsy.

– Volumi superiori alla categoria con stazza < 300 GRT (295 GRT)
– Architettura Navale di Umberto Tagliavini
– Layout unico espressamente voluto dal Committente ed interni sviluppati da Tommaso Spadolini
– Oltre 2000 miglia di autonomia e una velocità massima di 20 nodi.

La prima unità Otam Custom Range è un 35 metri per una larghezza di 7,80 metri, di un armatore italiano che era alla ricerca di una nave totalmente custom in alluminio a tre ponti, da creare su misura per soddisfare le esigenze specifiche del suo stile di vita.

Otam Custom Range 35 offre volumi unici. La costruzione in alluminio permette al Cliente insieme al cantiere di creare la propria versione unica riflettendo il proprio gusto personale sia in termini di disposizione interna che di design delle linee esterne, in questo caso entrambe affidate al rinomato studio internazionale di yacht design Tommaso Spadolini.

Gli interni, unici e interamente full-custom come un abito fatto su misura, sono da sempre un altro dei punti di forza di Otam. A questo si aggiunge la stazza di 295 GRT – al limite dunque delle 300 GRT – che offre volumi decisamente superiori per la categoria.

Per quanto riguarda le prestazioni – sfruttando le capacità ingegneristiche del cantiere, ulteriormente affinate nella progettazione e costruzione della linea veloce Millennium – Otam ha progettato, insieme al suo partner storico l’Architetto Navale Umberto Tagliavini, una carena semidislocante particolarmente efficiente, che permetterà all’Otam Custom Range 35 mt di raggiungere una velocità massima stimata di 20 nodi, ma anche con un’autonomia di 2.000 miglia nautiche a 11 nodi di velocità.


ABOUT OTAM
Otam nasce nel 1954. La gamma Otam Millennium è il frutto di 60 anni di esperienza nel powerboating vantando a oggi 7 modelli: 45′, 50’open, 58′(open+HT), 65’HT, 80′ HT, e Millennium 100. L”headquarter Otam”, basato a Genova Sestri Ponente, si estende su una superficie pari a 17.000 mq con accesso diretto al mare ed è qui dove si svolge tutto il processo produttivo Otam, realizzato da operai e professionisti (circa 50) legati da decenni al cantiere.
Competenza nella velocità da 60 anni. Le carene Otam – interamente realizzate con un mix di resina vinilestere e aramat – sono studiate per garantire alte velocità anche con mare formato in completa sicurezza e comodità. Otam offre un dead-rise superiore a 21° che si traduce, per chi naviga, in un comportamento morbido e fluido sulle onde assicurando anche con mare formato (forza 3–4) una velocità di crociera di 40 nodi in tutta sicurezza. Le prestazioni massime, tra i 50 ed i 58 nodi in base al modello, sono ottenute attraverso un controllo capillare del rapporto peso/potenza raggiungendo così la perfetta sinergia tra linea di carena, trasmissioni ad elica di superficie Arneson e distribuzione dei pesi. Ogni Otam, a velocità di crociera di 40 nodi (raggiunta a circa 1.600 giri) non consuma mai più di 10 litri/miglio nautico (riduzione dei consumi e tempi di percorrenza a parità di velocità). Una caratteristica unica, che permette alla gamma OTAM di primeggiare anche nel nuovo segmento di luxury chase-boats e mega-tenders.

Un cantiere per “happy few”. Otam produce granturismo del mare per veri intenditori del “su misura”. Ogni yacht è realizzato seguendo un processo che parte dall’analisi dei desideri di ogni singolo Cliente, sviluppando ogni dettaglio richiesto in modo maniacale. Degli oltre 75 Otam costruiti in questi anni, ogni scafo è un vissuto unico di esperienza, non solo un prodotto.

Il Cantiere CCN vara ELSE, il primo yacht da 50 mt in alluminio “fully custom”

Comunicato stampa:

CCN vara ELSEA, il primo yacht da 50 m in alluminio “fully custom”

CCN vara ELSEA, yacht da 50 mt in alluminio che segna l’ingresso del cantiere CCN nella produzione di motoryacht completamente customizzati.

“Oggi sono particolarmente orgoglioso, – commenta Diego Michele Deprati CEO di CCNElsea è stata una sfida importante che inaugura il nuovo corso del cantiere. E’ il primo modello “one-of-a-kind” che proietta CCN nel mondo dei ”Fuoriserie”, progetti unici che rispondono alle richieste di massima personalizzazione del cliente, evidenziando la grande flessibilità del cantiere e la sua capacità di rispondere alle esigenze più diversificate.”

Julia Stewart, direttore di Imperial Yacht, afferma: “è per noi motivo di grande soddisfazione varare il primo CCN 50 Mt fully custom in stretta collaborazione con il cantiere. Il team di Imperial Yacht è stato coinvolto attivamente nel progetto insieme al cantiere, e per questo ringrazio CCN che ha sempre garantito il massimo sforzo nel mantenere i massimi standard costruttivi.”

L’ambizioso progetto porta la firma dello Studio Bacigalupo, mentre gli interni sono disegnati dallo Studio Vafiadis. Imperial Yacht ha seguito il project management e la supervisione del progetto per conto dell’armatore sia durante la costruzione che dopo la consegna.

Con scafo semi-planante in alluminio, Elsea, segna un passo avanti nella tecnica costruttiva di CCN che per la prima volta si confronta con un megayacht di grandi dimensioni potendosi avvalere di un management di grande expertise maturata in importanti cantieri Italiani e una mano d’opera specializzata e appositamente selezionata.

L’imbarcazione presenta un look filante e aggressivo e garantisce alte prestazioni con una velocità massima che può raggiungere i 27 nodi ed una velocità di crociera di 18 grazie ai suoi tre motori MTU 16V2000M94.

Il layout offre ampi spazi alla convivialità sia sul ponte principale, dove trovano posto la zona living e pranzo oltre alla grande cabina armatoriale a tutto baglio, sia sull’upper deck interamente dedicato alla vita all’aria aperta.

Gli interni rappresentano un chiaro richiamo allo stile “deco” riletto in chiave moderna. Un parallelismo reso possibile dall’utilizzo di superfici specchiate e legni preziosi che, insieme ai numerosi dettagli in acciaio, mettono in evidenza le forme audaci e creano un affascinante contrasto tra i diversi materiali.

CCN Cerri Elsea Yacht alluminio Fully custom varo

A bordo si trovano cinque comode cabine, più la spettacolare cabina armatoriale che colpisce per i suoi grandi volumi: un appartamento privato unico per la ricchezza e l’attenzione dedicata ad ogni dettaglio. Degni di nota anche i due diversi saloni, forti ognuno della propria personalità: il primo, sul ponte principale, è più formale e presenta un grande tavolo per 12 persone. L’altro, sul ponte superiore, è caratterizzato da un look caldo e accogliente, reso da un grande sofà circolare che contribuisce a creare un ambiente molto familiare.

Elsea ha una personalità fresca e fortemente orientata all’area aperta che contribuisce a dare all’imbarcazione un’allure informale senza mai perdere in eleganza. Lo stile degli spazi esterni è molto mediterraneo e trae ispirazione dalla “French Riviera”, come ad esempio la presenza nei saloni esterni o nel beach club, di un bar, un day toilet, oltre ad un sistema audio con altoparlanti pronti a sfidare i migliori club di Ibiza. O ancora, intorno alla piscina, con l’ampia zona prendisole e comode sedute che rendono l’ambiente il luogo ideale per il divertimento, il bagno ed il relax.

Ricevi settimanalmente tutti i nostri aggiornamenti sulle ultime novità del mondo nautico.

Grande attenzione è rivolta anche all’illuminazione che ha il compito di evidenziare le forme degli arredi, molti dei quali su misura, sia tramite l’utilizzo di spot ampiamente distribuiti negli ambienti, che grazie all’uso di strisce di LED che arricchiscono gli interni e creano l’atmosfera.

A bordo di Elsea si può trovare una collezione unica di materiali, a partire dalle preziose lampade e decorazioni in cristallo utilizzati per retroilluminare le superfici in onice (riscaldate per essere sempre piacevoli al tatto) passando attraverso i legni rari con ampie venature ed i dettagli in acciaio che danno risalto alla complessità del design che uno yacht di questo tipo impone.


About CCN
CCN, dal 2011 proprietà del Gruppo Gavio insieme ai marchi Baglietto e Bertram, specializza nella costruzione di imbarcazioni plananti altamente performanti in vetroresina di 86’ e 102’, alla linea “Flyingsport” si affianca una nuova serie di Expedition boat in acciaio e alluminio denominata “Phileas” firmata dallo Studio Vallicelli ed una nuova produzione di “Piccoli megayacht” da 24m a 35m a firma dello Studio Spadolini, sempre in acciaio e alluminio. Con “Fuoriserie” si amplia così l’offerta del cantiere Carrarino che si presenta sul mercato con un range completo di prodotti diversificati nella fascia tra i 24 a 35 metri e fully custom in materiali diversi.

Contatti Stampa:
Raffaella Daino
Email: rdaino@cerricantierinavali.it
Tel.: +393481535373

VIDEO: Ecco come si scende da una montagna innevata… con il windsurf!

Per Levi Siver, tra le montagne e l’oceano ci sono più tratti in comune di quanto si possa immaginare.

Fare windsurf su una montagna innevata. Solo un uomo era disposto ad assumere questa sfida senza precedenti: Levi Siver, windsurfer professionista americano noto per aver cavalcato le onde più grandi di tutto il mondo, piegando il vento alla sua volontà.

Come probabilmente saprete, il windsurf è uno sport in cui il surfista cavalca una tavola dotata di vela e usa la forza del vento per muoversi sull’acqua. Perché qualcuno lo farebbe su una montagna innevata? Naturalmente, perché nessuno l’ha mai tentato prima!

Questo progetto nasce dall’idea visionaria di poter trasferire gli elementi del windsurf su una montagna e ricreare la stessa esperienza di divertimento e adrenalina che il surfista prova sull’acqua. Cerco in continuazione di trovare modi per sfidare me stesso, ma questo progetto ha davvero scatenato la mia curiosità. Cosa succederebbe se provassi combinare lo snowboard e il windsurf? Dopo tutto, mi sono divertito a lungo con entrambi questi sport“, spiega Siver.

Sono passati 5 anni da quando quest’idea ha cominciato a solleticare la curiosità di Levi, e finalmente è arrivato in giorno in cui la visione è diventata realtà. Le riprese sono durate 20 giorni. Tenuto conto del tempo di preparazione e pianificazione, la produzione totale ha richiesto 8 mesi. Ma alla fine, è stato possibile fare windsurf su una montagna innevata? Abbiamo scoperto che era possibile. Anzi, in realtà … è stato fatto!

Levi Siver Snowsurf
© Jason Halayko/Red Bull Content Pool

Volevo essere la prima persona a provare il windsurf alpino su una tavola a vela. Utilizzare uno snowboard in realtà avrebbe garantito le prestazioni ottimali, oltre ad essere più facile, ma volevo davvero ricreare quella sensazione unica dello windsurf e fare quello che mi piace fare inventando una cosa a metà tra uno snowboard e una tavola da windsurf, la cui sensazione di goduria non riesco neppure a descrivere. Il vento più forte che ho trovato è stato di circa 15 km/h“, dice Siver.

Levi Siver Windsurf Monte Rishiri Giappone
© Jason Halayko/Red Bull Content Pool

Le condizioni di ripresa sono state molto dure. Si è cominciato con un’escursione di due ore su una montagna con temperature minime fino a -13 ℃. Dopo di che, le riprese hanno impiegato una media di sette ore al giorno. Talvolta Levi e il suo team aspettavano sulla cima anche tre ore per avere la certezza di cogliere i venti perfetti.

La località scelta è stata l‘isola di Rishiri a Hokkaido,. Può essere sorprendente che questa straordinaria impresa in montagna si sia svolta su un’isola al largo della punta settentrionale del Giappone, ma questo territorio unico e distintivo, dove si può ammirare l’oceano mentre si sale sul monte, era perfetto per questo progetto.

Quello che montagna e oceano hanno in comune è sicuramente l’imprevedibilità: il paesaggio è veramente bello ma anche estremamente pericoloso e le condizioni cambiano continuamente, ogni giorno è un’avventura nuovissima. Queste sfida impegnative, che aiutano a vincere le proprie paure, sono proprio ciò ti aiuta a crescere come persona“.

Levi Siver
Levi Siver – © Jason Halayko/Red Bull Content Pool

Bufeo Blanco, una plurivittoriosa barca d’epoca che cerca un nuovo a(r)matore

Bufeo Blanco è una tra le più conosciute barche a vela del Mediterraneo, protagonista di innumerevoli partecipazioni e vittorie in occasione delle regate di barche storiche. Lunga 15,50 metri, è stata costruita nel 1963 in legno di mogano e rovere dal noto cantiere Sangermani di Lavagna, in Liguria. Nell’ultimo decennio ha percorso oltre 50.000 miglia di mare in tutto il Mediterraneo, dalla Turchia alla Spagna, dalla Grecia alla Croazia, dalla Costa Azzurra a Trieste passando per la Sardegna e la Sicilia. Oggi è alla ricerca di un nuovo a(r)matore che se ne prenda cura. Il motivo? Leggete l’articolo.

Bufeo Blanco, il ‘delfino bianco’ del Rio delle Amazzoni
Bufeo Blanco è una delle più conosciute imbarcazioni a vela del Mediterraneo, protagonista di innumerevoli navigazioni e plurivittoriose partecipazioni ai raduni internazionali di vele d’epoca e classiche. Questo robusto cutter bermudiano lungo 15,50 metri, costruito interamente in legno nel 1963 dallo storico cantiere Sangermani di Lavagna (è il progetto numero 138), nell’ultimo decennio ha percorso oltre 50.000 miglia di mare. Il suo nome identifica quello di un delfino fluviale del Rio delle Amazzoni, che nella tradizione peruviana vuole porti fortuna a chi lo vede. Lo scrittore Mario Vargas Llosa nel suo libro “Pantaleòn e le visitatrici” descrive il Bufeo Blanco come di un animale di considerevole potenza sessuale il cui grasso rinvigorisce gli uomini e ne aumenta la fertilità. Bufeo Blanco ha veleggiato dalle coste italiane alla Spagna, dalla Turchia al Peloponneso, dalla Sicilia all’alto Adriatico, dalla Croazia alla Francia, dimostrandosi un vero purosangue in grado di affrontare ogni condizione meteorologica. Oggi la barca, di base tra la Liguria e la Toscana, batte il guidone del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli e del Royal Ocean Racing Club di Londra, oltre a far parte della prestigiosa ‘La Belle Classe’, l’esclusivo club monegasco che riunisce le più belle e titolate barche d’epoca naviganti al mondo.

Cinque armatori in cinquant’anni
A partire dal 1963 Bufeo Blanco ha avuto in totale cinque armatori. Inizialmente la barca è stata commissionata da Sergio Rossi, proprietario della Comau Automotive Torino. All’epoca si chiamava Luima, dai nomi dei figli di Rossi, Luigi e Maria. La sua base era in Costa Azzurra. Tra il 1973 e il 1983 è stata di proprietà dell’imprenditore torinese Luigi Botto Steglia. È in questo periodo che il nome è diventato Bufeo Blanco. Tra il 1983 e il 1992 il cutter ha navigato al comando del designer milanese Ido Minola, che lo ha fatto navigare in Mediterraneo, spingendosi fino in Grecia. Tra il 1992 e il 2006 l’imbarcazione è di proprietà del notaio Luigi Oneto di Alessandria. Cominciano le partecipazioni ai raduni di vele d’epoca, tra i quali il Trofeo Prada di Imperia. Luigi Oneto è noto nel mondo della vela anche per essere un appassionato regatante a bordo delle derive della classe Dinghy 12’. In quel periodo la diretta rivale di Bufeo Blanco sui campi di regata è Artica II, lo yawl bermudiano del 1956 lungo 12,56 metri costruito anch’esso dal cantiere Sangermani come imbarcazione scuola per la Marina Militare. Nel 2006 Bufeo Blanco viene acquistata dal professore napoletano di base a Milano Giuseppe Marino (g.marino@marinoeassociati.it).

Bufeo Blanco Panerai Classic Yacht Challenge
Bufeo Blanco alla Panerai Classic Yacht Challenge 2013 – Ph: Guido Cantini / seasee.com

La storia di un amore giovanile
Nel 1992, all’età di 27 anni, Giuseppe Marino si trova nell’isola delle sue radici, Salina in Sicilia, dove il notaio Luigi Oneto aveva cominciato a svolgere la sua attività professionale. Le rispettive famiglie si conoscono e si frequentano. L’anno precedente Luigi Oneto aveva acquistato la barca a Catania, al ritorno da una crociera a Malta. In quel periodo Giuseppe Marino partecipa sentimentalmente alla rinascita di Bufeo Blanco, diretta in un cantiere di Genova Sestri Ponente per essere sottoposta a restauro. Contemporaneamente parte una ricerca storica in Costa Azzurra, dove la barca aveva navigato spesso nel tratto di mare tra Villefranche-sur-Mer e Montecarlo, per reperire i pezzi originali della barca. Vengono ritrovati i winch originali risalenti all’epoca del varo, la campana, l’ancora Ammiragliato e perfino il mezzo marinaio. Sempre nel 1992, dopo il restauro in Liguria, Bufeo Blanco arriva a Salina. Siccome non esiste un vero e proprio porto viene ormeggiata a una boa. La barca è talmente bella che viene ‘adottata’ da tutta la comunità salinara. In quel periodo Giuseppe Marino, dopo la doppia laurea in Economia alla Bocconi e in Giurisprudenza alla Statale, svolge l’attività di ricercatore di diritto tributario internazionale in Olanda. Nulla vieta di continuare a pensare a Bufeo Blanco come alla barca dei propri sogni. E questi, spesso, possono anche avverarsi.

Dalla Sicilia al Cantiere Del Carlo di Viareggio, ‘Cecco’ dice sì!
Nell’estate del 2006 Giuseppe Marino arriva a Salina, ma Bufeo Blanco non c’è. Si trova al Marina di Portorosa, vicino a Milazzo, per una serie di interventi di manutenzione. Il notaio Luigi Oneto desidera venderla al giovane avvocato, che accetta con riserva dopo avere fatto verificare lo stato dei legni. Nel mese di settembre Marino e la moglie Francesca si recano al raduno di vele d’epoca di Imperia, dove conoscono il comandante fiorentino Vieri Mannucci Benincasa, velista transoceanico e ex membro del Team Prada già coinvolto nel restauro di Danae, un Sangermani del 1955 lungo 16,50 metri. Un membro di equipaggio di Danae. Achille Bontà, dice a Giuseppe: “ricorda, la barca è un sistema complesso che vive in un ambiente ostile. Ogni cosa che metti è destinata a rompersi, meno ne metti e meno ne rompi”. La frase lo colpisce al punto che Giuseppe Marino considera quasi una missione salvare Bufeo Blanco, che a fine 2006 parte dalla Sicilia con a bordo Marino senior, Marino junior, Mannucci e teglie di parmigiana di melanzane, e dopo avere fatto avventurose tappe a Vibo Valentia, Marina di Camerota, Capri Riva di Traiano e Cala Galera, arriva a Viareggio presso il Cantiere Francesco Del Carlo. Qui il mitico ‘Cecco’, fondatore nel 1963 di questa realtà della cantieristica specializzata nel restauro di barche d’epoca, afferra un temperino, lo infila nel legno in più punti, poi esclama: “La barca è buona!”. Adesso il sogno si può avverare. Marino può formalizzare l’acquisto e iniziare l’avventura.

Il restauro e la partecipazione alle regate di vele d’epoca
Presso il Cantiere Del Carlo, sotto la direzione di Vieri Mannucci Benincasa, ha inizio il restauro di Bufeo Blanco. Sotto lo sguardo attento di Francesca Marino vengono recuperati gli interni con scrupolo filologico, mentre gli uomini si occupano di rifare l’impianto elettrico e idraulico, installare un generatore, sostituire l’elettronica di bordo e riportare a legno l’intera opera morta. Il vecchio motore Yanmar da 55 cavalli viene sostituito con un nuovo Volvo Penta da 75 cavalli. I lavori durano da novembre 2006 a giugno 2007. Da quel momento avrà inizio una serie interminabile di navigazioni, che dimostreranno la bontà costruttiva e la tenuta di mare di questo cutter bermudiano. In quell’anno Bufeo Blanco partecipa all’Argentario Sailing Week di Porto Santo Stefano, dove con un set di vele un po’ datato e un equipaggio di dilettanti si piazza al terzo posto di classe, battuta da Swala e Artica II. Poi riparte per Salina, dove viene accolta come una ‘figlia’ assente da troppo tempo. Sempre nel 2007 risale il Mar Tirreno per partecipare alle Régates Royales di Cannes, dove affronta in regata una grandinata entrata nella storia.

Ricevi settimanalmente tutti i nostri aggiornamenti sulle ultime novità del mondo nautico.

Bufeo Blanco Cantieri Sangermani

Le crociere infinite
Dal 2008 Bufeo Blanco comincia a fare base a Le Grazie, borgo ligure nel golfo della Spezia. Nel corso di quell’anno partecipa ancora alle regate dell’Argentario, vince Le Vele d’Epoca a Napoli, compie una meravigliosa crociera nella Grecia Ionica, torna a Le Grazie per partecipare al raduno Sulla Rotta di Imperia (quello che in futuro si chiamerà Valdettaro Classic Boats). Nel 2009 invece è la volta degli arcipelaghi siciliani, dalle Eolie alle Egadi. Nel 2010 un giovane e fidato navigatore napoletano, Marco Buonanni, ex ufficiale di Marina, entra nel cuore di Bufeo Blanco e della Famiglia Marino e vi rimarrà legato per migliaia di miglia. Con un equipaggio di ‘friends and family’ Bufeo Blanco naviga alle Sporadi dopo avere attraversato il Canale di Corinto, fa sosta a Khalkis, Skiathos, Skopelos (dove era stato girato il film ‘Mamma Mia’ con le musiche degli Abba), Alonissos e Skyros. Nel 2011 raggiunge Marsiglia, attraversa il Golfo del Leone, partecipa a Barcellona al ‘Puig Vela Classica’, al Trofeo Panerai di Mahon, visita Ibiza, Formentera, Palma di Maiorca e Minorca. A ottobre vince alle regate delle Vele Storiche Viareggio.

50.000 miglia di mare
Nel 2012 Bufeo Blanco vince al Trofeo Accademia Navale di Livorno, poi giù verso sud e la Croazia, da Dubrovnik a Spalato, attraverso le Incoronati arriva a Trieste dove con una forte bora si aggiudica la Barcolana Classic di ottobre. Lo ‘straniero’ venuto dal Tirreno si impone su oltre 70 barche. Lascia l’Adriatico e raggiunge Torre del Greco, in provincia di Napoli. Qui, presso i cantieri Palomba, si prepara alle celebrazioni del 2013, anno in cui la barca compie il mezzo secolo di vita. Lo scafo, costruito in fasciame di mogano su ordinate in rovere, viene riportato a legno. Si sostituiscono un paio di tavole e viene rifatto il calafataggio. Sotto la linea di galleggiamento viene applicata la scritta ’50 AUGURI BUFEO’, così quando viene fotografata sbandata tutti sanno di quale barca si tratti. Nel 2013 vince ancora a Napoli, poi attraversa Corinto e visita luoghi spettacolari partendo da Mykonos, e poi le Cicladi da Fournoi, Samos, Patmos, giù fino a Symi, e arriva in Turchia. Dopo una ‘cavalcata’ durata un paio di settimane da Rodi raggiunge Montecarlo dove partecipa e vince alla Monaco Classic Week nella categoria ‘Classici’. Qui entra a far parte de ‘La Belle Classe’, l’esclusivo club monegasco che riunisce le più belle barche storiche del mondo. Nel 2014 prende parte a tutte le tappe del Panerai Classic Yachts Challenge: Antibes, Argentario, Napoli, Mahon e Imperia. Si calcola che sotto la proprietà di Marino, Bufeo Blanco abbia percorso una media di circa 5000 miglia di mare ogni anno, totalizzando oltre 50.000 miglia di navigazione affrontata in ogni condizione di vento e di onda.

Si spezza l’albero in regata, Gilbert Pasqui lo ricostruisce
Ma proprio alle Vele d’Epoca di Imperia del 2014, nel corso della seconda regata, Bufeo Blanco spezza l’albero durante un’andatura portante sotto spinnaker. L’albero originale in sitka spruce canadese del 1963 si rompe appena sopra il boma, fortunatamente senza provocare danni a cose e persone, Bufeo Blanco è barca fortunata! Nel corso dell’inverno il cantiere francese di Gilbert Pasqui a Villefranche-sur-Mer ne costruisce uno nuovo, sempre in legno di sitka spruce con tecniche di incollaggio moderne. Il nuovo albero, rastremato, ha una lunghezza di 17,10 metri. Ricostruite anche le crocette in legno di rovere, posizionati nuovi winch sull’albero e nuovo sartiame spiroidale. Oggi la barca è dotata di un set completo di vele da regata (randa, fiocco, genoa 1, genoa 2, genoa 3, gennaker 1, gennaker 2, spinnaker) e da crociera (randa, yankee, trinchetta).

Nel corso della stagione 2015 è pronta ad affrontare il Peloponneso, attraversa per l’ennesima volta il Canale di Corinto, e fa sosta a Poros, Hydra, Spetses, Elafonissos, Capo Matapan e Kalamata. Non può mancare una nuova partecipazione alla Monaco Classic Week di settembre, dove conquista un piazzamento sul podio. Nel 2016, con l’aiuto di un giovane e promettente marinaio napoletano, Daniele Niglio, Bufeo Blanco vince la regata sociale AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca) da La Spezia a Capraia, partecipa alle Vele d’Epoca a Gaeta, si piazza al terzo posto alle Vele d’Epoca a Napoli, compie il periplo della Corsica e della Sardegna in senso antiorario, visita l’Asinara e Villasimius. Instancabile e inarrestabile Bufeo!

Bufeo Blanco Cantieri Sangermani

E il 2017? Bufeo è già sulla linea di partenza per affrontare nuove navigazioni fino alla Croazia.

Bufeo cerca un nuovo a(r)matore,
L’attuale armatore di Bufeo Blanco Giuseppe Marino, dopo tante navigazioni mediterranee sogna una nuova avventura: attraversare le Colonne d’Ercole per il giro del mondo. Il mare ha sempre fatto parte della storia della sua famiglia. Figlio di un Ammiraglio, lui stesso è Sottotenente di Vascello della riserva della Marina Militare. Bufeo Blanco ha il pregio di essere una barca accogliente, per un equipaggio non superiore a 4-6 persone, ma non è concepita e attrezzata per affrontare l’oceano. Bisogna che un nuovo armatore se ne prenda cura. Per conoscere il prezzo di vendita di Bufeo Blanco, frutto di una trattativa privata, si può contattare direttamente l’armatore Giuseppe Marino.

Quanto costa Bufeo Blanco?
Chiama (o sms) +39 335 481677

g.marino@marinoeassociati.it

L’unica condizione richiesta per entrare in possesso di Bufeo Blanco è quella di armare e amare questa barca come è stato fatto finora.


LA SCHEDA TECNICA DI BUFEO BLANCO
Anno: 1963
Cantiere: Sangermani (Lavagna – Italia)
Progetto: Cesare Sangermani (Lavagna – Italia)
Lunghezza f.t.: 15,50 mt
Lung. al galleggiamento:10,66 mt
Larghezza: 3,77 mt
Pescaggio: 1,85 mt
Dislocamento: 16 tonnellate
Armo velico: Marconi cutter
Superficie velica: 99,20 mq
Motore: Volvo Penta 75 cv
Impianti: generatore, dissalatore, aria condizionata, AIS, EPIRB.


Web e contatti
Pagina Facebook ‘Bufeo Blanco Ryccs Rorc’ (https://www.facebook.com/bufeoblanco.ryccs.3?fref=ts)
Prof. Avv. Giuseppe Marino
E-mail: g.marino@marinoeassociati.it
Mob. +39 335 481677

ACO Liguria va in archivio: nasce ACO Nazionale – Ass. Concessionari Ormeggi

Comunicato:

Da  “ACO LIGURIA”  ad   “A.C.O. Associazione Concessionari Ormeggi”
L’Associazione degli ormeggiatori diventa nazionale

Era Maggio 2012 quando, insieme ad alcuni concessionari di posti barca del Tigullio – esordisce Angelo Siclari Presidente di ACO – prendemmo la decisione di formare una realtà associativa che mettesse insieme le varie imprese concessionarie di posti barca esistenti nel nostro comprensorio.  Si sentiva l’esigenza di farlo, di unirsi, di fare squadra. Già da qualche anno si sentiva parlava della Direttiva Bolkestein, anche se pareva un problema tutto riflesso sul comparto balneare. Ma al di là del problema Bolkestein in effetti vi era la voglia di ottimizzare le imprese del Tigullio che da sempre rappresentano una vera eccellenza sia in termini di professionalità, sia di  esperienza e sia in termini  di quantità. Iniziava l’avventura. Cominciammo a creare il nostro statuto, ci presentammo ai media.

Durante il primo anno ci  presentammo, inoltre,  a tutti le realtà Istituzionali, dalla Regione ai Sindaci del Tigullio. Abbiamo colloquiato con tutti. In poco tempo ACO Liguria associa quasi tutte le piccole imprese del comprensorio da Camogli a Moneglia. Un bel risultato di cui andiamo fieri e per questo voglio ringraziare tutti gli associati per la fiducia datami..  Moltissime sono state le conferenze a cui ACO Liguria partecipa nei primi anni, molte sono state le piazze romane che vengono frequentate insieme agli amici balneari protestando contro quella politica che nulla ha fin qui fatto per tutelare le imprese del mare, imprese che rappresentano un fondamentale economico di non poco conto se consideriamo che solo la nautica da sola è posta al 7^ posto della politica del commercio estero.

Ci siamo prodigati nel portare avanti in modo unitario temi e progetti comuni a tutela degli interessi delle imprese, in quanto nel futuro prossimo sarà da affrontare e risolvere la variegata problematica delle concessioni demaniali marittime, auspicando quindi la massima collaborazione fra tutti . E’ nel Dicembre 2014 che ACO Liguria comincia a fare i primi passi importanti.

Esattamente il 16 Dicembre  di quell’anno annunciavamo  ufficialmente l’adesione alla piattaforma nazionale ASSONAT – Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici. ASSO.N.A.T. conta oggi nella sua lista associati, in costante crescita, decine di rinomati porti turistici italiani lungo tutte le coste della penisola. Fa parte di Confcommercio – Imprese per l’Italia e Confturismo, per la discussione di proposte e la soluzione di problematiche riguardanti il settore della nautica da diporto e del turismo in particolare.

ACO la squadra
La squadra ACO

“Sono davvero molto onoratocontinua Siclari – di essere riuscito insieme ai miei collaboratori, a collocare le imprese del nostro comprensorio nella dimensione che meritano. Imprese professionali che da anni forniscono servizi di eccellenza alla clientela. Oggi sono unite sotto la stessa Associazione, Assonat appunto, che annovera i più importanti Marina del nostro paese.   La sottoscrizione con ASSONAT fu frutto di un proficuo periodo di attenta sperimentazione , durato oltre un anno.   Ringrazio di cuore l’Avv. Luciano Serra Presidente di Assonat, persona di grande conoscenza che ci ha accolto con entusiasmo. Speriamo che dalla sua grande competenza riusciremo a trarre importanti elementi che ci permetteranno di migliore la nostra professionalità e soprattutto garantire la vita alle nostre imprese.”

Nei 5 anni decorsi, quindi vari sono stati i percorsi effettuati che hanno portato a far conoscere ACO Liguria anche oltre i confini della Regione Liguria. Oggi la nostra realtà è diventata riferimento anche per piccole imprese concessionarie di posti barca a livello nazionale, tanto che molti concessionari di altre regioni trovano in ACO Liguria. Un riferimento sia per aggiornamenti normativi, sia per scambio di opinioni sulla materia demaniale. A tal proposito il Direttivo ha deciso di allargare la competenza di ACO Liguria oltre  Regione.

All’unanimità è stato votato il passaggio da ACO Liguria ad ACO, dall’Assemblea Straordinaria dei Soci convocata nella sera del 16 Maggio 2017.Grande soddisfazione ma allo stesso tempo consapevolezza che allargando l’adesione all’associazione gli impegni aumenteranno. Infatti diverse imprese sono pronte ad associarsi:  da Napoli alla Sicilia, dalla Toscana  al  Lazio. Ma questo i ragazzi di ACO lo sanno…. – conclude soddisfatto il Presidente Angelo Siclari.

Angelo Siclari
Angelo Siclari

Sole e mare, vento e intemperie: la soluzione sono i nuovi tendaggi ignifughi e certificati IMO

AGENA®
CARTE E TESSUTI PER L’ALTA DECORAZIONE D’INTERNI
Sole e mare. Vento e intemperie.
Pronti a salpare con i nuovi tendaggi Agena per il settore nautico?
Multiservice e Vibrante sono ignifughi e certificati IMO
(International Maritime Organization)
Design Centro Stile Agena – Collezione Agena PRO

La continua ricerca sui materiali e sulle peculiarità delle fibre ha permesso ad Agena di arricchire la sua offerta e di sviluppare specifici tessuti per il settore nautico, progettati per arredare le imbarcazioni.

Multiservice e Vibrante fanno parte della linea Agena Pro, e sono entrambi ignifughi e certificati IMO (international maritime organization). Coprente il primo, più trasparente il secondo, sono due soluzioni tecnologiche poste al servizio dell’estetica, della creatività e della funzionalità del materiale finito.

Per l’applicazione in campo marino i tessuti devono essere realizzati con specifiche fibre, molto elastiche e resistenti alle sollecitazioni, resistenti ai raggi UV, alla salsedine, agli agenti atmosferici, alle muffe ed allo scolorimento dovuto alla persistente azione del sole. Le soluzioni di tessuti per la nautica proposti da Agena sono anche idrorepellenti, altra caratteristica essenziale per l’installazione sulle imbarcazioni.

Tessuto MULTISERVICE:
La composizione del tessuto Multiservice è 51% Poliestere Trevira e 49% Poliestere. Proposto in doppia altezza, 300 cm, ha una palette di 10 colori nei toni tenui, che spaziano dal bianco, ai beige, ai tortora per arrivare ai grigi. E’ un tessuto “acustico”, quindi fonoassorbente e fonoisolante. Alla vista si presenta come omogeneo, liscio e lucido, consigliato per tendaggi di protezione, visto che, anche le tonalità chiare hanno un buon effetto coprente.

Tessuto VIBRANTE:
La composizione di Vibrante è 66% Trevira CS e 34% poliestere, soluzione ideale per i tendaggi, è in grande altezza (330cm). Agena lo propone al mercato in 3 varianti colore: panna, tortora e grigio perla, nuances sobrie che richiamano lo stile nautico per eccellenza. La texture conferisce al tessuto un effetto cesellato, è di mano estremamente morbida e leggera, nonostante le grandi proprietà di resistenza intrinseche.

Agena Pro Tessuti Tappezzeria Nautica

Scheda Tecnica Tessuto MULTISERVICE
Collezione: Agena PRO
Varianti: 10 varianti colore
Composizione: 51% Poliestere Trevira, 49% Poliestere
Altezza tessuto: 300 cm
Rapporto di disegno: altezza 0 cm, larghezza 0 cm
Utilizzo: tendaggi, imbottiti
Manutenzione: Il prodotto può essere lavato in acqua tiepida 30° o a secco, non candeggiare, stirare, a ferro tiepido, non asciugare in asciugatrice, certificato IMO per l’uso interno di imbarcazioni
Prezzo al pubblico: a metro lineare Euro 73,58 IVA compresa

Scheda Tecnica Tessuto VIBRANTE
Collezione: Agena PRO
Varianti: 3 varianti colore
Composizione: 66% Trevira CS, 34% Poliestere
Altezza tessuto: 330 cm
Rapporto di disegno: altezza 1 cm, larghezza 1 cm
Utilizzo: tendaggi
Manutenzione: Il prodotto può essere lavato in acqua tiepida 30° o a secco, non candeggiare, stirare, a ferro tiepido, non asciugare in asciugatrice, certificato IMO per l’uso interno di imbarcazioni
Prezzo al pubblico: a metro lineare Euro 87,20 IVA compresa


AGENA GROUP: www.agenagroup.it
Agena è un’Azienda nata nel 1966 nel cuore di Torino, come editore di tessuti e carte da parati di alta gamma per la decorazione di interni. Uno spirito imprenditoriale forte, una sensibile lungimiranza ed una sorprendente capacità di comprendere le evoluzioni ed i mutamenti del mercato e dei bisogni dei consumatori sono i tratti distintivi che, in 50 anni di storia, permettono di identificare Agena come una delle realtà imprenditoriali più interessanti del “Made in Italy”. L’Azienda esprime due anime complementari, in grado di rispondere con oltre 100 collezioni di tessuti decorativi per tappezzeria, tendaggi ed accessori ed altrettante collezioni di carte da parati, alla selettiva domanda di qualità del nuovo millennio. Agena si propone al mercato italiano ed internazionale sia come editore tessile e di carte da parati in grado di interpretare con sensibilità e gusto innovativo lo stile dell’abitare contemporaneo, che come distributore esclusivo per l’Italia delle migliori produzioni di grandi marchi internazionali. Una radicata distribuzione sul territorio italiano ed estero presso i migliori show–room specializzati, una filiale in Spagna ed una di prossima apertura in Francia consentono a Massimo Noto – anima creativa e commerciale dell’Azienda, nonché suo Amministratore Unico e Presidente dal 1990 – di guardare al futuro con ottimismo.


Informazioni per il pubblico:
AGENA Carte e Tessuti per l’Alta decorazione d’Interni
HeadQuarter: Corso Unione Sovietica 225, Torino – Tel. 011 3171919
Showroom: MetroQuality, Via Solferino 24, Milano – Tel. 02 36742630
www.agenagroup.it

Cantiere Colombo: dal Dinghy 12’ al Poldo 23, ecco la barca del centenario

Comunicato stampa:

Cantiere Colombo: dal Dinghy 12’ al Poldo 23, ecco la barca del centenario

Nel 1917 nasceva sul Lago di Como Leopoldo Colombo, futuro titolare dell’omonimo cantiere specializzato nella costruzione e restauro di barche in legno, prime tra tutte il Dinghy 12’ prodotto da questa realtà in oltre 350 esemplari a partire dal 1943. Per commemorare il centenario della nascita di Leopoldo, scomparso nel 2006, i figli Giorgio e Roberto stanno realizzando Poldo 23, un ‘open’ day-cruiser adatto anche come tender per megayacht. Uno scafo-simbolo, unico nel suo genere, progettato dal milanese Aldo Gatti e disponibile sul mercato. In oltre 50 anni di attività i Colombo hanno costruito e restaurato centinaia di scafi in legno, soprattutto a vela. Da un decennio, presso la sede di Grandola ed Uniti, lavora anche il giovane Giovanni Colombo, garanzia di continuità della tradizione famigliare.

Nasce Poldo 23, per celebrare il centenario del fondatore
Poldo 23 è un’imbarcazione a motore ‘open’ carrellabile, lunga 7,36 metri e larga 2,48 metri, che rappresenta una tappa fondamentale nella storia del cantiere Colombo di Grandola ed Uniti (www.colomboleopoldo.it), sull’alto Lago di Como. La sua costruzione coincide infatti con il centesimo anniversario della nascita di Leopoldo Colombo, il fondatore nel 1943 di questa importante realtà della cantieristica nazionale scomparso nel 2006. La barca ben si presta ad essere impiegata per uscite giornaliere oppure come lussuoso tender per megayacht. La prua del Poldo 23 è realizzata con un doppio strato di lamellare di mogano, con le fiancate anch’esse in lamellare di mogano, composte in 3 strati da 5 millimetri  incollato sottovuoto con resina West-system, senza l’utilizzo di viti. L’ossatura è composta da 9 ordinate in legno di rovere. Una pinna di deriva centrale contribuisce  a limitare lo scarroccio. Il progetto del Poldo 23 è dello yacht designer milanese Aldo Gatti, che collabora con il cantiere Colombo da oltre 30 anni.

Cantiere Colombo nuovo Poldo 23
Il nuovo Poldo 23

Poldo 23, la scheda tecnica
Poldo 23 è motorizzata con un propulsore centrale Yanmar turbo diesel da 110 cavalli, con trasmissione in linea d’asse. Esternamente offre un grande pozzetto con divaneria e un tavolo centrale, oltre a un ampio prendisole prodiero con sottostante un grande gavone per lo stivaggio di materiali e attrezzature. Ecco la scheda tecnica:

Modello: Poldo 23
Cantiere: Colombo Leopoldo – Grandola ed Uniti (CO) – Italy
Yacht Design: Studio Ing. Algo Gatti – Milano
Materiale: Legno (mogano e rovere)
Lunghezza fuori tutto: 7,36 mt
Lunghezza scafo: 7,01 mt
Larghezza max: 2,48 mt
Pescaggio: 0,35 mt
Dislocamento: 2 tonnellate
Motorizzazione: 1 x 110 cv Yanmar turbo diesel
Velocità max: 20 nodi
Portata: 8 persone

Giovanni Colombo, il futuro del cantiere
I figli di Leopoldo Colombo, Giorgio (classe 1952) e Roberto (classe 1956), hanno seguito le orme paterne lavorando da sempre in cantiere con il padre. Attraverso la costruzione di centinaia di scafi a vela, sempre esposti presso i più importanti Saloni Nautici, hanno vissuto in prima persona il periodo d’oro della nautica italiana. Basti pensare che da questo cantiere sono usciti oltre 350 Dinghy 12’, la famosa deriva costruita in mogano a clinker lunga 3,66 metri nata nel 1913 dalla matita dell’inglese George Cockshott. Giorgio, in particolare, è un maestro d’ascia abilitato con titolo conseguito nel 1998 presso la Capitaneria di Porto di Genova. Per anni Giovanni Colombo, il figlio di Giorgio nato nel 1989, dopo aver conseguito il diploma di Geometra  ha osservato il lavoro del padre e respirato il profumo del legno al punto da appassionarsi  alla vita di cantiere. Il 15 luglio 2008, appena diciannovenne, è entrato ufficialmente a fare parte delle maestranze addette alla costruzione, restauro e manutenzione delle imbarcazioni firmate Colombo. Oggi Giovanni rappresenta il futuro, quel ricambio generazionale che assicurerà garanzia di continuità dell’attività di famiglia.

Cantiere Colombo Roberto Giovanni GIorgio
Da sin. Roberto, Giovanni e Giorgio Colombo

I restauri in corso
Non c’è periodo dell’anno durante il quale il cantiere Colombo non intervenga su qualche imbarcazione. I restauri sono parte integrante delle attività condotte dalle maestranze. Tra questi Livingstone II, un gozzo a motore costruito nel 1962 dal cantiere Canale. L’imbarcazione, lunga 9,65 metri, è costruita in fasciame di mogano e pino marittimo. Inizialmente era priva di cabina, realizzata successivamente. Livingstone II naviga sul Lago di Como. Ordinaria manutenzione invece per una classica pilotina lunga 7 metri, realizzata in nord Europa. La barca, caratterizzata da un fasciame a clinker, è stata costruita negli anni Sessanta e tornerà a navigare entro l’estate del 2017. Riverniciatura in corso per Magic Anto, un modello di catboat Difference costruito da Colombo. In cabina di verniciatura era presente una lancia in mogano a clinker lunga circa 5 metri, alla quale è stata rifatta la chiglia e riparata la ruota di prua. Accanto a lei un Dinghy 12’ di nuova costruzione, testimonianza di come la produzione di queste storiche derive non sia mai stata interrotta. Numerosi anche gli scafi storici rimessati in cantiere, tra i quali alcuni classe 5.50 S.I. (Stazza Internazionale): Nereide (cantiere Salata), Twins VIII (un Baglietto del 1956), San Michele (cantiere Piras La Spezia), Nuvola Azzurra (cantieri Salata anni Sessanta) e Volpina (cantiere Molinari di Lezzeno).

Colombo Leopoldo, barche in legno dal 1943
Leopoldo Colombo, nato a Griante (CO) nel 1917, è stato il fondatore del cantiere. Fin dall’età di 12 anni si è formato come apprendista presso il cantiere nautico Cranchi sul Lago di Como. Durante la II Guerra Mondiale venne ingaggiato per costruire le barche in legno dette Siluro Lenta Corsa (SLC), pilotabili sottacqua da un sommozzatore. Nel 1943 ha fondato il cantiere di famiglia che ancora oggi porta il suo nome. Innumerevoli le tipologie di imbarcazioni realizzate, dai famosi Dinghy 12’ alle derive classe Snipe, Cadet, Optimist, Europa, oltre alle Lancette a remi e le caratteristiche Lucie del Lago di Como lunghe fino a 6 metri, così chiamate dal nome del promesso consorte Renzo dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Nel corso degli anni anche i figli Giorgio e Roberto hanno cominciato a lavorare in cantiere e a produrre barche a vela fino a 12 metri, come ad esempio un cutter chiamato Nonna Franca  di 9 metri e uno Sloop lungo 8,50 metri chiamato Magica Cleme, scafi a motore ‘Open’ e motoryacht in stile Lobsterboat. Il cantiere Colombo ha esposto le proprie barche in occasione di numerosi saloni nautici a Genova, Friedrichshafen (Germania), Barcellona (Spagna), Lugano (Svizzera), Como, Milano. Nel 1999 Leopoldo Colombo è stato insignito dell’onorificenza di Pioniere della Nautica. È morto sulle rive del suo amato lago il 17 ottobre 2006, all’età di 89 anni.

Ricevi settimanalmente tutti i nostri aggiornamenti sulle ultime novità del mondo nautico.

Cantiere Colombo Poldo 23 in costruzione
Poldo 23 in costruzione

Dal Dinghy 12’ al catboat Difference
L’imbarcazione che senza dubbio ha contribuito ad accrescere la fama del cantiere Leopoldo Colombo è stata il Dinghy 12’. In quasi 75 anni di storia Colombo ha varato oltre 350 esemplari. Nel 1995 il Dinghy Colombo in legno chiamato Principe, timonato da Corrado Isenburg, ha vinto il Campionato Italiano. Identico traguardo è stato raggiunto nel 2011 da Paolo Viacava, tra i Dinghy Classici, a bordo di Leon … Poldino e nel 2013 alla World cup dei dinghy moderni a Napoli. Sempre nel 2011 Spirit of Falena, timonato da Giorgio Pizzarello, ha vinto a Venezia la World Cup, mentre Vincenzo Penagini ha vinto a Bracciano nel 2010. Dall’estate di quell’anno Colombo ha cominciato a realizzare anche i Dinghy in vetroresina e legno. Ben 16 invece i catboat modello Difference costruiti, allestiti e armati dal cantiere Colombo a partire dall’anno 2000. Queste imbarcazioni in vetroresina e legno lunghe 7,15 metri, nate progettualmente negli USA nel diciannovesimo secolo, sono armate con una randa alla portoghese, hanno la deriva mobile che riduce il pescaggio da 1,35 metri a soli 60 centimetri e montano un entrobordo diesel da 14 cavalli. In Italia navigano circa 10 catboat Difference, gli altri sono stati acquistati da clienti provenienti da Svizzera (2 unità), Spagna, Belgio e Germania.
Da ricordare inoltre che nel 2008, nell’ambito del progetto Artis promosso dalla Regione Lombardia e dalla Camera di Commercio, il cantiere Colombo è stato premiato con un riconoscimento speciale per la qualità e l’eccellenza nel settore del legno e metalli preziosi della regione Lombardia.


Informazioni e Contatti
www.colomboleopoldo.it, E-mail: info@colomboleopoldo.it
Tel. +39 0344-353019 – Mob. +39 335-6058919

Credit: Photo Maccione