2US Motor Sailer di 41 metri, cinque ponti, ice class è l’ultima creazione presentata da Steve Kozloff. Come ben rappresentato dal nome scelto “2US” lo yacht è pensato e progettato per essere gestito da una coppia anche se ciò non esclude, se necessario, la presenza di un equipaggio.
La elaborata distribuzione degli interni presenta una suite armatoriale che misura 35 metri quadrati, una cabina VIP, due doppie per gli ospiti ed alloggi per tre membri dell’equipaggio.
L’albero è equipaggiato con un sistema Solid Sail di Chantiers de l’Atlantique Solid Sail/sistem di vela e albero AeolDrive, caratteristica comune a molti altri progetti dello Studio Steve Kozloff Designs.
La gru integrata all’interno del boma può essere utilizzata per sollevare e spostare il carico o l’idrovolante IKON.
All’interno dell’hangar con una superficie di oltre 160 metri quadrati possono trovare ricovero un elicottero ed un idrovolante IKON.
Sia il decollo che l’atterraggio dei mezzi aerei è assicurato anche in condizioni difficili grazie ad una piattaforma elevabile e stabilizzata con un sistema giroscopico (GYRO-LZ).
Inoltre le dotazioni comprendono un grande tender ed un sottomarino Nemo U-Boat Worx sistemati in un garage a tutto baglio realizzato a livello dell’acqua.
In ultimo, ma certo non per importanza, le prestazioni di velocità ed autonomia. Un’attenta gestione dei sistemi ibridi diesel-elettrici e della potenza della vela permettono una navigazione a 9 nodi per 6000 miglia con la sola alimentazione diesel, mentre con la sola vela si possono raggiungere 10 nodi di velocità.
Le soluzioni adottate, la robustezza dello scafo che può facilmente resistere a condizioni di ghiaccio moderate, oltre ai numerosi vantaggi offerti dall’utilizzo di Solid Sail System, rendono questo Motor Sailer un’unità idonea alle esplorazioni a livello mondiale con un elevato grado di sicurezza, comfort e lusso.
L’evento, aperto all’intera catena di fornitura, è un punto di riferimento per le organizzazioni operanti nel comparto e si svolgerà in Germania dal 27 al 28 Settembre presso Messe Brema.
Scopo di Hydrogen Technology Expo Europe è fornire risposte concrete per superare le sfide tecniche nel settore dell’idrogeno e delle celle a combustibile.
In questa ottica sarà occasione per affrontare i vari aspetti relativi all’idrogeno impiegato come vettore energetico, quali:
– tecnologie e soluzioni per la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio
– stoccaggio, trasporto ed infrastrutture efficienti
– progettazione avanzata, test e sviluppo
– celle a combustibile
La presenza di oltre 550 aziende espositrici garantirà un elevato standard qualitativo dei prodotti e sistemi presentati ed indubbia opportunità per costituire nuove relazioni commerciali.
Durante le due giornate della manifestazione sono previsti numerosi convegni con la presenza in agenda di oltre 190 relatori.
Aziende, progettisti e ricercatori, potranno assistere alle conferenze raggruppate in cinque percorsi:
Lo sviluppo di tecnologie legate all’utilizzo dell’idrogeno come combustibile o vettore energetico rivestono una posizione di particolare interesse tra i sistemi alternativi ai carburanti fossili utilizzati per la propulsione di unità nautiche.
Considerato come combustibile pulito in quanto il suo impiego, sia in motori a combustione interna che in celle a combustibile, non comporta alcuna emissione di CO2 ma solamente acqua. Tuttavia l’impiego nella pratica richiede la soluzione di alcune impegnative questioni di carattere tecnico ed infrastrutturale.
MetHydor, start-up innovativa, focalizza tra le sue attività la progettazione e realizzazione di sistemi di stoccaggio di idrogeno a idruri metallici.
Sorta nel 2021, grazie ad una Joint Venture tra diverse realtà ciascuna con un proprio know-how consolidato, vanta una esperienza in integrazione di power system a idrogeno per imbarcazioni e progettazione per impianti di gas speciali.
L’impegno di MetHydor, in considerazione della complessità delle soluzioni da adottare, è volto ad analizzare i vari parametri per ottenere un sistema di stoccaggio di idrogeno che soddisfi le seguenti caratteristiche:
A questo proposito Davide Violi, responsabile ricerca e sviluppo di MetHydor, ci spiega:
” … per commercializzare un sistema di stoccaggio di idrogeno le cui peculiarità siano la bassa pressione, i ridotti volumi e l’elevata efficienza energetica il serbatoio Hydor è in grado di accogliere l’idrogeno a bassa pressione (fino a 35 bar), quindi può essere direttamente inserito a valle dell’elettrolizzatore senza l’utilizzo di compressori intermedi”
e prosegue nella descrizione tecnica:
“… analogo discorso può essere fatto per la fase di scarica del serbatoio dove le pressioni possono essere mantenute nel range di operatività delle celle a combustibile (1-20 bar), pertanto anche qui non sono necessari dispositivi che modulino la pressione tra il serbatoio e la cella a combustibile. Questo è possibile grazie al fatto che all’interno di Hydor sono presenti delle polveri di leghe metalliche in grado di assorbire idrogeno formando un composto chimico REVERSIBLE chiamato <idruro metallico> che, in quanto solido, permette di stoccare grossi volumi di H2 in spazi ridotti. Si pensi che il volume occupato per stoccare circa 1kg di idrogeno è di circa 30 litri risultando quindi vantaggioso se paragonato agli stoccaggi fino ai 450 bar di pressione”
La formazione di un composto chimico solido consente di operare a bassa pressione ed in tal modo favorisce la sicurezza del sistema costituendone ciò un punto di forza.
Benché i valori di taratura siano fissati sino al raggiungimento di una pressione massima di 45 bar, il sistema in operatività ordinaria non supera mai 30-35 bar.
Infine, ultimo ma non per importanza, l’efficienza energetica.
I processi di carica e scarica dell’idrogeno dal serbatoio sono governati da un sistema di gestione termica, in particolare:
– Durante la fase di carica è necessario rimuovere calore ed a bordo di imbarcazioni si utilizzano scambiatori di calore a contatto con l’acqua di mare
– Mentre nella fase di scarica l’esigenza è il contrario, ossia occorre apportare calore e tipicamente viene sfruttato il sistema di raffreddamento della cella a combustibile che produce calore in abbondanza
Esempio di power-system a idrogeno per yacht, compreso di stoccaggio
Volendo esprimere un valore numerico dell’energia termica sufficiente a rifornire e svuotare un serbatoio da 1 kg di Idrogeno vengono spesi circa 4kWh.
MetHydor giovane società che, grazie alle esperienze acquisite ed a basi tecniche di elevata competenza, mira a fornire un fattivo contributo alle tematiche relative all’impatto ambientale ed a massimizzare l’efficienza energetica nel campo delle imbarcazioni da diporto, ben lungi da ogni pratica “greenwashing”.
Come di consueto pubblichiamo la rassegna delle manifestazioni che si svolgeranno nel mese di Settembre.
La raccolta comprende fiere nautiche locali ed internazionali, regate ed eventi nel mondo, appuntamenti e convegni tecnici.
Come ogni anno siamo giunti a quel periodo della stagione nautica che per molte aziende del settore rappresenta la chiusura dell’anno commerciale in attesa della ripresa autunnale segnata dai numerosi saloni nautici in programma.
Anche se Ferragosto segna una sorta di pausa gli operatori del comparto si trovano ad affrontare alcune sfide derivate dall’assistenza ai clienti poiché non è facile trovare un giusto equilibrio tra le esigenze aziendali e quelle degli utenti.
Molti dei diportisti partiti per la crociera estiva o che stanno per concluderla potrebbero avere necessità di assistenza o supporto tecnico, altri che sono sul procinto di partire potrebbero invece avanzare domande su prodotti o richiesta di ricambi per un’esigenza non programmata per tempo.
Dal mio punto di osservazione, che considero privilegiato in quanto mi giungono indirettamente input di diversa natura secondo il mercato di riferimento, azzardo alcune riflessioni sul fenomeno.
– Sull’argomento incidono molti fattori e non tutti sono controllabili e gestibili direttamente dagli interessati, quali disponibilità dei ricambi, logistica e tempistica degli interventi, solo per esempio.
– Le società od i cantieri di maggiori dimensioni hanno più facilità ad organizzare turni di personale ma sappiamo bene che molte delle realtà nautiche sono di piccola dimensione ed hanno difficoltà a sopportare picchi di lavoro.
– Gli utenti non sempre seguono programmi di manutenzione che possono evitare avarie o malfunzionamenti indesiderati.
– Purtroppo gli utenti, con una certa frequenza, si ricordano di sostituire od integrare quella attrezzatura o strumento necessario e magari non è possibile soddisfare la richiesta per il poco tempo a disposizione.
La definizione di “customer care” del vocabolario Treccani riporta:
ingl. (propr. «cura del cliente»), usata in ital. come s. m. – Nel linguaggio aziendale, l’insieme di attività con cui l’azienda cura la soddisfazione dei clienti, registrandone reclami, rispondendo a loro quesiti, ecc.
Nel nostro caso, per completare dovremmo considerare anche il “customer service” ossia le risposte del servizio assistenza alle richieste della clientela.
“customer care” e “customer service” non sono solo parole che fanno bella mostra nelle brochure patinate, debbono necessariamente essere concretizzate in azioni mirate alla soddisfazione del cliente.
Conseguentemente lo sforzo degli operatori tutti, grandi o piccole realtà, dovrebbe essere rivolto, con particolare attenzione, alla comunicazione ed informazione verso gli utenti.
In tal modo si potrà trasformare in opportunità una possibile situazione critica, ottimizzare il rapporto e contribuire allo sviluppo delle attività.
SEA.AI, azienda specializzata nel settore della visione artificiale in mare, ha recentemente annunciato una partnership con Latitude Blanche, esperta di spedizioni polari. La finalità dell’iniziativa punta a migliorare le capacità di intelligenza artificiale dei sistemi prodotti per applicazioni in ambienti polari.
Il piano di sviluppo della collaborazione si basa su una campagna di acquisizione dati condotta a bordo della nave Polarfront che, per un periodo di diversi mesi, attraverserà le acque della regione polare.
Particolare dell’installazione
Disporre dei dati raccolti in un ambiente con caratteristiche così particolari, dove la protezione dei mammiferi marini in via di estinzione è fondamentale e la presenza di iceberg può essere pericolosa per la navigazione, conferirà un significativo miglioramento delle prestazioni e dell’accuratezza di tutti i sistemi SEA.AI.
Pertanto unendo le forze SEA.AI e Latitude Blanche potranno raggiungere l’obiettivo di consentire alle navi di rilevare efficacemente ed evitare oggetti galleggianti, inclusi cetacei e iceberg.
Informazioni su Polarfront
Polarfront è una nave meteorologica di 52 metri di lunghezza, costruita in Norvegia nel 1976 ed utilizzata per molti anni per la ricerca scientifica nel Nord Atlantico.
Acquistata nel 2017 da Latitude Blanche per trasformarla in nave da spedizione ed attualmente impiegata sotto bandiera francese nel mare artico.
Informazioni su SEA.AI
SEA.AI è un pioniere nel campo della visione artificiale per applicazioni marittime.
Il team conta oltre 45 professionisti in Austria, Francia, Portogallo e Stati Uniti con la missione di stabilire la visione artificiale come nuovo standard di settore per la sicurezza e la protezione nel mondo marittimo.
La gamma di prodotti integra sensori ottici e termici con intelligenza artificiale per un maggiore comfort e sicurezza in mare.
I sistemi SEA.AI rilevano e identificano eventuali oggetti galleggianti in prossimità della nave, avvisando tempestivamente l’equipaggio in tempo reale.
Questa versatile tecnologia è disponibile in un’ampia gamma di versioni su misura per soddisfare le esigenze specifiche delle imbarcazioni da diporto, commerciali, da pesca, da lavoro e di soccorso.
La consueta rassegna che pubblichiamo mensilmente, viste le prossime vacanze estive, riassume le manifestazioni che si svolgeranno nei mesi di Luglio ed Agosto.
La raccolta comprende fiere nautiche locali ed internazionali, regate ed eventi nel mondo, appuntamenti e convegni tecnici.
Ryanda, nuova iniziativa portata avanti da Susanne Beyer e Max Nitto, non si ferma semplicemente alle attività di un’istituzione educativa dedicata alla navigazione ma piuttosto si colloca come una tappa nel percorso professionale dei suoi ideatori e soci fondatori.
L’idea deriva dall’esperienza nel campo della nautica maturata dopo anni trascorsi con il ruolo di Comandanti su imbarcazioni da diporto con equipaggi internazionali, percorrendo rotte Mediterranee ed Oceaniche.
Il progetto parte dalla consapevolezza che ogni ruolo a bordo è fondamentale e che deve essere ricoperto con competenza e professionalità.
Per raggiungere tali obiettivi il concetto di formazione dovrà spaziare ben oltre le sole competenze tecniche comprendendo le risorse mentali finalizzate al raggiungimento del benessere psi-fisico della persona.
– una rivolta a chi desidera avvicinarsi al mare ed imparare a far parte di un equipaggio o condurre un’imbarcazione per il piacere di navigare in sicurezza
– l’altra per chi necessiti di acquisire conoscenze e professionalità utili ad un eventuale futuro inserimento nel mondo della nautica professionale
L’elaborazione di un progetto così ambizioso non poteva prescindere dalla costituzione di una rete di figure professionali in grado di soddisfare le esigenze dei percorsi formativi in corso di attuazione, tra i quali:
– Corsi in mare e in aula per offrire la possibilità di migliorarsi su diversi aspetti della navigazione costiera e d’altura
– Corsi di vela base e avanzato
– Corsi d’altura
Ma anche Patente nautica e corsi specifici come:
– Primo soccorso
– Emergenze in mare
– Radio vhf
In sintesi, alle Grazie di Portovenere oggi tutto ciò si concretizza con Ryanda scuola di mare, un luogo dove gli appassionati del mare e della navigazione possano acquisire competenze teoriche e pratiche per navigare in modo sicuro ed efficace.
Profilo dei Fondatori
Massimiliano Nitto
Dopo aver lavorato come istruttore di vela, ha ricoperto per anni il ruolo di Comandante in Italia ed all’estero, occupandosi di tutto ciò che implica navigazioni internazionali e negli stretti, refitting in cantiere e gestione dell’equipaggio.
Susanne Beyer Ha ricoperto fino al 2014 il ruolo di Comandante su barche a vela moderne e su barche d’epoca, specializzandosi anche in armi aurici e restauri di barche storiche, oggi è psicologa clinica, psicologa dello sport e mental coach.
Alla passione per la cultura e l’arte marinaresca ha accompagnato quella per le competizioni veliche in solitaria sui Mini650 – partecipando anche alla Transat 2011, regata in solitaria su barche di 6,50 m (Minitransat) dalla Francia al Brasile – e sui Class40.
La scelta del’immagine riportata in evidenza rappresenta parte del percorso professionale di Susanne.
Tirrenia II, il ketch aurico di cui fu comandante ed il mini 6.50 col quale partecipò alla Mini Transat, inquadrati a Portovenere, attuale sede di Ryanda.
Avviata una collaborazione tra SEA.AI e X-Yachts Shipyard allo scopo di elevare gli standard di sicurezza e comfort in navigazione.
L’alleanza strategica tra il cantiere e il produttore di sistemi marittimi di visione artificiale consentirà di integrare tale tecnologia nelle imbarcazioni X-Yachts, garantendo ad armatori e skipper di fruire dei benefici derivanti dall’utilizzo di tali soluzioni all’avanguardia.
L’impiego della sorveglianza automatica intelligente permette di rilevare e segnalare, in maniera rapida ed efficace, il pericolo di collisione con altre imbarcazioni od oggetti galleggianti riducendo il rischio di incidenti e danni allo scafo.
Le soluzioni SEA.AI, grazie all’integrazione della capacità di visione notturna, consentono di navigare di notte o in condizioni di scarsa illuminazione mantenendo lo standard di sicurezza garantito dal sistema.
Durante la prima stagione, dopo aver percorso oltre 2700 miglia nautiche di navigazione ed evitato con abilità diversi potenziali incidenti di collisione, conseguentemente è nata la reciproca volontà di stringere una partnership continua tra il cantiere X-Yachts e SEA.AI.
Oceandrone, imbarcazione autonoma spinta dalla forza del vento ed alimentata dall’energia solare, è progettata per impieghi in condizioni meteorologiche estreme ed ambienti ostili.
Durante il recente Seafuture abbiamo avuto occasione di visitare il loro stand e parlare con il team che ci ha fornito le informazioni che riportiamo di seguito.
Lo scafo, dotato di una speciale vela retrattile, è in grado di operare in tutte le condizioni di mare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno contribuendo, inoltre, alla riduzione dei livelli globali di CO₂ e dei costi operativi.
Il progetto, rivolto al settore dell’oceanologia in tutti i suoi aspetti, della pesca e della sicurezza, è espressione della decennale esperienza maturata dal team di Oceandrone in applicazioni di robotica subacquea e nei progressi tecnici realizzati circa gli studi sulle vele da regata dell’America’s Cup.
Grazie alla possibilità di operare autonomamente o, se necessario, essere controllato da remoto le possibili applicazioni spaziano in vari campi, tra i quali:
– Drone di tracciamento di superficie in appoggio a veicolo subacqueo autonomo (AUV)
– Drone autonomo per survey o attività di meteorologia e oceanografia
– Compiti di sorveglianza e ricognizione autonoma
Peculiarità
– Vela e sistema di propulsione solare
– L’innovativo “pocket keel” consente di ritrarre la vela, quando non viene utilizzata, all’interno della chiglia in modo parziale o totale.
Tale sistema, in attesa di brevetto, previene danni alla vela anche se l’unità subisce un capovolgimento in quanto totalmente protetto.
– Area di coperta libera da attrezzature è appositamente studiata per l’installazione di: celle solari destinate alla ricarica delle batterie che alimentano il dispositivo di azionamento dell’elica ed i sistemi di controllo
pacchetto su misura di dispositivi di comunicazione e sorveglianza
– Eventuale controllo e pilotaggio a distanza.
Le caratteristiche di impiego di Oceandrone, oltre alla possibilità di operare in modo continuo per tempi praticamente illimitati, offrono ulteriori importanti vantaggi:
– Ridurre la necessità di una nave di supporto che contribuisce in modo significativo al raggiungimento dell’azzeramento netto delle emissioni di anidride carbonica (CO₂)
– Limitare le probabilità di rischio per i lavoratori durante attività di rilevamento in aree pericolose e percorsi complessi
– Riduzione dei costi di manodopera ed economia nell’approvvigionamento di carburante
Oceandrone può essere impiegato per una varietà di operazioni e una completa suite di sensori consente di equipaggiarlo adeguatamente in funzione dell’utilizzo.
Seabed and Underwater Surveying
– Multibeam Echosounder
– Side Scan Sonar
– Sub Bottom Profilers
– Bathymetric Single Beam
– Sound Velocity Profiler Sensor
– Underwater Hyperspectral Imager
Environmental Sensors
– Oil Spill Sensors
– Water sampling
– Fish Echo Sounder
– Aquatic Habitat Echosounder