Da Palermo e Recife: Ocean RIB Experience, transoceanica in gommone

Comunicato stampa:

Due Suzuki DF200AP per andare da Palermo a Recife, Brasile

 Suzuki Marine al fianco di Sergio Davì nel raid
“Ocean RIB Experience – Transoceanica in gommone”

Avete presente quanti sono 8.150 chilometri? Tanti, tantissimi: corrispondono alle 4.400 miglia nautiche che separano Palermo da Recife, in Brasile. E a chi verrebbe in mente di affrontare una navigazione tanto lunga con una barca a motore, anzi per l’esattezza con un gommone di appena 10 metri? Solo a chi è “abituato” a fare imprese di un certo tipo, che lasciano in molti stupiti, ma che fanno sognare tanti appassionati.

Il capitano coraggioso in questione è Sergio Davì e il suo curriculum in tal senso parla chiaro: nel 2010 da Palermo ad Amsterdam (3.000 miglia); nel 2012 da Palermo a Capo Nord (oltre 4.000 miglia); nel 2015 da Palermo-Rio de Janeiro, purtroppo terminata in anticipo a Lanzarote per un’avaria.

Sotto l’egida dell’Associazione Ciuri Ciuri Mare – di cui Davì è presidente e che svolge attività di ricerca scientifica, culturali, sportive dilettantistiche, formazione extra-scolastica, ricreative ecc. nell’ambito della nautica e del mare – il Comandante si accinge dunque a replicare, stavolta con auspicabile successo, il tentativo di unire idealmente Palermo e l’Italia al Brasile.

Ocean RIB Experience – Transoceanica in gommone” è il nome del Raid che partirà a fine aprile e che nella sua rotta dall’Italia toccherà Spagna meridionale, Marocco, Isole Canarie, Capo Verde e Brasile, cioè 3 continenti.

Ocean RIB Experience Gommone Master 996
Il gommone

Il gommone sul quale navigherà Davì è un Master 996 ovviamente specificamente modificato e allestito per poter affrontare il Raid: ha una comoda cabina per 2 persone ed è attrezzato per la navigazione oceanica, essendo dotato di tutte le tecnologia SIMRAD di ultima generazione oltre che di VHF Cobra, timoneria Riviera, serbatoi extra in plastica della CAN-SB, telefonia satellitare Geoborders, sedili performanti Besenzoni, accessori Quick e Vitrifrigo, e cartine elettroniche C-MAP.

Per la riuscita del Raid, però, fondamentale è la motorizzazione cui sarà affidato il compito di spingere il gommone nella sua rotta transatlantica: una coppia di fuoribordo Suzuki DF200AP, motori 4 tempi e 4 cilindri, da 200 HP ciascuno, che rappresentano lo stato dell’arte in termini tecnologici nel loro segmento di potenza.

Il contenimento delle dimensioni e del peso, le ottime prestazioni ed i bassissimi consumi li pongono ai vertici della categoria e sono gli elementi vincenti dei Suzuki DF200AP.

Ocean RIB Experience Suzuki DF200AP
Suzuki DF200AP

Fra le loro principali caratteristiche tecniche, ricordiamo:

presa d’aria diretta, di nuova concezione, e fasatura variabile, per una maggior efficienza termica e prestazioni elevate;

– unità termica di 2.867 c.c. di cilindrata, dunque un vero “Big Block”, con rapporto di compressione più elevato per garantire accelerazioni fulminee, grazie a valori di coppia elevati sin dai bassi regimi;

– tecnologia Lean Burn Control, ovvero la combustione magra secondo Suzuki, un sistema che caratterizza la maggior parte dei fuoribordo del costruttore giapponese, in grado di rendere il funzionamento dell’unità termica più efficiente, economico e attento alle emissioni nocive;

Sensori O2, di battito e di rilevazione dell’acqua nel carburante per il monitoraggio di tutte le funzioni e il controllo interno dei parametri operativi in tempo reale per garantire la massima affidabilità;

Suzuki Selective Rotation, la soluzione d’avanguardia in termini progettuali e di utilizzo, che consente allo stesso propulsore di operare con rotazione destrorsa o sinistrorsa, senza dover intervenire sulla meccanica;

Suzuki Precision Control, sistema che integra il controllo elettronico dell’acceleratore e del cambio marcia, grazie al Drive By Wire (DBW), per una guida sempre più confortevole e precisa.

Altro elemento da segnalare è sicuramente il rapporto di compressione 10,3:1, che, unitamente al sistema di valvole col doppio albero a camme in testa e alla citata fasatura variabile, ha permesso di accrescere la potenza in uscita di questo quattro cilindri.

L’introduzione di un nuovo sensore di controllo della combustione fornisce dati continui alla centralina elettronica, che è a 32 bit, per la gestione precisa delle fasi di funzionamento del motore.

Il sensore di monitoraggio dell’ossigeno in entrata fornisce invece informazioni che permettono di gestire il rapporto aria/benzina, mantenendolo sempre ottimale per la massima efficienza e prestazioni.

C’è poi un inedito sensore per il rilevamento di umidità nel sistema di alimentazione, che permette di prevenire i comuni problemi derivati dall’eventuale impiego di carburanti a base di etanolo o comunque contaminati dalla presenza di acqua.

Ocean RIB Experience Suzuki DF200AP
I motori

Sergio Davì, nei 25 giorni di navigazione previsti, oltre ai 30 giorni di soste programmate, per un totale di circa 300 ore di navigazione, avrà a disposizione il meglio in termini di propulsori: due unità in grado di consumare poco, riducendo anche l’impatto sull’ambiente e di affidabilità superiore: in pratica il meglio nell’ambito dei fuoribordo 4 tempi, com’è efficacemente sintetizzato dallo slogan Suzuki “The Ultimate Four Stroke Outboard”.

Dopo l’esperienza di Capo Nord – ha commentato Sergio Davìè un onore avere ancora Suzuki come sponsor perché, oltre ai motori di notevoli prestazioni tecniche, ho la certezza di avere alle spalle un’azienda che non lascia nulla al caso; la sua affidabilità per me è una certezza.”

“Ho conosciuto Sergio Davì in occasione del raid Palermo-Capo Nord – ha detto Paolo Ilariuzzi, Direttore Commerciale e Marketing di Suzuki Marine Italia – e ho immediatamente apprezzato la sua passione per il mare e per il volersi spingere in avventure che, ai più, sembrano irrealizzabili. Proprio questa sua “lucida follia” ci unisce nella ricerca del limite dell’essere umano e del motore che, mai come questa volta, deve essere il primo compagno di viaggio per affidabilità, prestazioni e consumi.

Suzuki ha l’enorme piacere di collaborare nuovamente insieme a Sergio per riuscire insieme ad arrivare laddove nessuno è mai riuscito prima”.

La tecnologia tracking che consentirà di seguire su internet il Raid “Ocean RIB Experience – transoceanica in gommone” in tempo reale, è della SGS Tracking.

Sarà possibile seguire il raid sul sito di Suzuki Italia Divisione Marine e sui canali social: Facebook, Twitter, Youtube, Instagram, Google+ utilizzando  l’hashtag ufficiale #oceanribexperience

Ocean RIB Experience Staff
Lo staff

Potrete inoltre seguire il raid su:
Facebook: Ciuri Ciuri Mare – not only adventures
Web Ocean RIB Experience: oceanribexperience.it
Web Ciuri Ciuri Mare: ciuriciurimare.com

SUZUKI ITALIA SpA
Ufficio Stampa e PR Corporate
Tel 011 9213711
press@suzuki.it

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L’evoluzione del Ben-essere nella nautica, tavola rotonda a Seatec 2017

L’evoluzione del Ben-essere nella nautica

Una finestra globale sulle sensazioni e percezioni a bordo e nei marinas

 

SMG Italy, in collaborazione con BenessereNautica e Carrara Fiere, organizza una tavola rotonda di confronto tra aziende del benessere ed operatori della nautica da diporto.

 

Venerdì 31 marzo 2017 – ore 11
Area “Wellness on Board” – Padiglione E – Abitare il Mare
15° Seatec – CarraraFiere – Marina di Carrara

 

Argomenti dell’evento:

– individuare le possibili sinergie idonee a definire un modello evolutivo del concetto di benessere nel diporto

– può un progetto trasversale con una visione in progress del concetto di benessere a bordo contribuire allo sviluppo della nautica in una dimensione di lavoro?

– quanti e quali sono gli strumenti attualmente a disposizione per l’attuazione del progetto evo2sea?

– evidenziare l’importanza dei ruoli relazionali tra profili professionali con caratteristiche non complementari o di competitor

Seatec 2017 Area Wellness on Board
Area Wellness on Board

Come sarà il TAG Heuer VELAFestival 2017? Scoprilo ora

Le immagini di come sarà il villaggio del TAGHeuer VELAFestival, che si terrà a Santa Margherita Ligure dal 4 al 7 maggio 2017.

Quote rosa alla Volvo Ocean Race: ecco chi sono le prime partecipanti femminili

La Volvo Ocean Race, in vista dell’edizione 2017/2018, ha introdotto nuove regole per incoraggiare la formazione di equipaggi misti maschili/femminili ed aumentare la partecipazione delle donne, che potrebbero altrimenti essere escluse a causa della mancanza di forza fisica o di esperienza.

Secondo le nuove regole per gli equipaggi, i team interamente maschili saranno limitati a soli sette atleti, ma le squadre che includono donne potranno scegliere se imbarcare 7 uomini + 1 o 2 donne, 5 uomini + 5 donne oppure un equipaggio totalmente femminile composto da 11 elementi.

Il Dongfeng Race Team ha selezionato Carolijn Brouwer e Marie Riou: le due donne apportano un notevole bagaglio di esperienza al team di Charles Caudrelier, tra cui cinque partecipazioni olimpiche e una lunga serie di titoli mondiali, e vanno ad aggiungersi a Jérémie Beyou, Stu Bannatyne e Daryl Wislang, annunciati nei giorni scorsi come equipaggio per la campagna 2017/18.

La Brouwer, 43 anni, è una tra le più famose veliste olandesi, veterana della Volvo Ocean Race in virtù delle due precedenti partecipazioni (con Amer Sport Too nel 2001/02 e con Team SCA nel 2014/15), ex Velista Mondiale dell’Anno e tre volte olimpionica.

Sarà affiancata dalla 35enne francese Marie Riou, che ha gareggiato per due volte alle Olimpiadi, compresa Rio 2016, ed ha vinto quattro campionati del mondo nella classe Nacra 17.

La coppia è stata selezionati a seguito di un ampio programma di valutazione, sia inshore che offshore, svoltosi in Australia e in Portogallo.

Caudrelier, nuovamente skipper di Dongfeng dopo aver ottenuto il terzo posto nel 2014/15, è felice per l’aggiunta di coloro che egli descrive come due atlete femminili eccezionalmente dotate.

Ho scelto Carolijn perché ci ha battuto molte volte durante l’ultima edizione, quando conduceva il Team SCA“, ha spiegato. “Sapevamo tutti che lei è un ottimo timoniere, ma le sue campagne olimpiche l’hanno trasformata in un driver molto veloce che sa dove mettere la barca.”

Caudrelier ha aggiunto che anche gli anni di gare olimpiche e la formazione di Marie Riou saranno di grande beneficio per la sua squadra: “Marie è un’ottima velista olimpica con un grande bagaglio di esperienza. Inoltre, venendo dalla Bretagna, è anche esperta di vela in mare aperto. E’ forte, ha un buon spirito – che è la cosa più importante per me – ed è abituata a navigare con i maschi. Per Marie la Volvo Ocean Race è un sogno e, come Carolijn, vuole vincere“.

La selezione di Brouwer e Riou è il primo segnale che il cambiamento regolamentare portato dalla Volvo Ocean Race avrà un impatto significativo sullo sport.

La Brouwer dichiara che vincere la Volvo Ocean Race è un suo sogno da molti anni ed è felice di entrare a far parte della squadra cinese che ha ammirato molto durante l’ultima edizione. “Sono molto orgogliosa di far parte del team“, ha detto Brouwer. “Una delle ragioni per cui ho voluto unirmi al Dongfeng Race Team è il loro forte spirito di squadra. La Volvo Ocean Race è unica: è la sfida definitiva fisicamente e mentalmente e, dal momento che fai parte di una squadra, è necessario tirare fuori il meglio da ogni altro“.

La Riou invece sarà al debutto in questa regata. “Desidero prendere parte alla Volvo Ocean Race da quando avevo 10 anni “, ha detto. “Sebbene la mia esperienza principale sia in regate inshore, ho sempre voluto cimentarmi nelle regate d’altura e per me la Volvo Ocean Race è l’apice dell’altura con equipaggio“.

L’annuncio dei restanti membri dell’equipaggio del Dongfeng Race Team sarà effettuato nelle prossime settimane. Il team cinese è una delle tre squadre ad aver annunciato la propria campagna fino ad ora, insieme a Team AkzoNobel (Paesi Bassi) e MAPFRE (Spagna). Un quarto team è confermato e sarà annunciato alla fine di marzo, con gli altri a venire nelle prossime settimane e mesi.

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Un nuovo sistema per la gestione delle fonti energetiche di bordo

Comunicato stampa:

Fonti energetiche di bordo sotto controllo con COELMO INTEGRA PLUS

COELMO INTEGRA PLUS® è il nuovo sistema per la gestione delle fonti energetiche di bordo, comprese quelle rinnovabili, completamente ridisegnato e riprogettato in termini di elettronica e di potenza.

Disponibile ora in due versioni, da 1000 e 2000 Watt, INTEGRA PLUS® garantisce maggiore sicurezza ed affidabilità, con un sistema di monitoraggio e controllo efficace ed intuitivo.

Oltre alla funzione di gestione, INTEGRA PLUS® assolve altresì le funzioni di inverter, caricabatterie, UPS e offre protezione contro le correnti galvaniche.

L’interfaccia di INTEGRA PLUS® è stata riprogettata per gestire e monitorare in maniera tempestiva le fonti energetiche di bordo: generatore, fonti rinnovabili, batterie e corrente di banchina. Installato a bordo, INTEGRA PLUS® monitora in modo continuo le richieste energetiche della barca selezionando, tra le fonti disponibili, la più efficace ed ecocompatibile.

Ad esempio, per l’alimentazione della TV o del climatizzatore, INTEGRA PLUS® sceglierà tra le fonti energetiche disponibili (banchina, generatore, fonte rinnovabile, inverter) utilizzando quella più adatta e rispettosa dell’ambiente. Il sistema agevola una sensibile riduzione dei consumi di energia poiché gli impianti di bordo vengono alimentati in maniera corretta ed efficiente.

COELMO Integra Plus Gestione energetica bordo

INTEGRA PLUS®  è dotato altresì di un sistema di protezione galvanica permanente che contrasta efficacemente l’annoso problema della corrosione dovuto alle correnti galvaniche.

Il tutto è gestito dall’evoluto Pannello di Controllo Digitale EOS® che rappresenta lo strumento ideale per tenere costantemente sotto controllo il generatore marino permettendo di monitorare tutti i principali parametri meccanici ed elettrici.

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I restauri della Sibma Navale: si dice Quaranta, si festeggia 55!

Comunicato:

I restauri della Sibma Navale: si dice Quaranta, si festeggia 55 !

1962-2017. Nel 2017 la Sibma Navale Italiana di Dolcedo, nell’entroterra ligure alle spalle di Imperia, festeggia un doppio compleanno. Il noto cantiere specializzato nella realizzazione e nel restauro di scafi in legno, fondato da Ernesto Quaranta nel 1962, compie infatti 55 anni, stessa età del figlio Mario, l’attuale titolare. Oltre alla costruzione dei motoryacht classici della serie Armstrong e al recupero di scafi storici, la Sibma Navale si conferma come il principale referente per il restauro e la manutenzione delle barche a vela classe Dragone. Oggi, accanto a Mario Quaranta, si sta formando la terza generazione. Il giovane figlio Andrea, regatante insieme al padre, è infatti coinvolto a pieno ritmo nelle attività del cantiere. 

Sibma Navale, dalle barche a spigolo ai restauri di vele d’epoca
Un anniversario che rappresenta un traguardo e che conferma questo cantiere come uno dei più importanti e storici a livello internazionale. Nel 2017 la Sibma Navale Italiana, fondata a Torino nel 1962 dall’ingegnere Ernesto Quaranta (scomparso nel 2006), compie infatti 55 anni. Tanti quanti sono gli anni di Mario Quaranta, l’attuale titolare, anch’egli ingegnere. L’inizio dell’attività di famiglia è infatti coincisa con la sua nascita a Torino, quasi come se i suoi genitori avessero pensato di fargli un ‘regalo’ decisamente particolare: un cantiere navale. Nel corso degli anni questa realtà è diventata famosa grazie alla costruzione e commercializzazione delle imbarcazioni a vela classe Promenade, EM7 e EM850. La vendita in kit di questi scafi in compensato marino ‘a spigolo’ ha contribuito a diffondere la pratica della navigazione da diporto a intere generazioni.

SIBMA Navale Mario Andrea Quaranta
Mario e Andrea Quaranta (Foto Maccione)

La base nel ponente ligure
Oggi la Sibma Navale fa base nel ponente ligure a Dolcedo, alle spalle di Imperia. È qui che vengono realizzati importanti restauri di scafi d’epoca come nel caso di Ea, il cutter bermudiano costruito nel 1952 dal cantiere Baglietto di Varazze, sottoposto tra il 2006 e il 2008 a grandi lavori. Da diversi anni Ea partecipa e vince in occasione delle regate di vele d’epoca e classiche. Oggi accanto a Mario Quaranta lavora anche il figlio Andrea, classe 1995, ormai coinvolto a pieno titolo nelle attività del cantiere. Insieme al padre partecipa alle regate a bordo del loro Dragone ‘Little Diva’. E i risultati non possono altro che essere definiti lusinghieri, considerato che Mario Quaranta rientra tra gli unici cinque timonieri italiani (gli altri sono Giuseppe Duca, Nando Colaninno, Fabio Mangione e Alberto Marconi) abilitati a partecipare, in base all’International Ranking List 2016, al Campionato del Mondo dei Dragoni in programma a Cascais, in Portogallo, dal 9 al 17 giugno 2017.

Il cantiere di appoggio per i Dragonisti d’Europa
Oltre alla costruzione di derive in legno e dei motoryacht classici in stile ‘trawler’ della serie Armstrong, da oltre 10 anni la Sibma Navale, grazie anche a un accordo con il cantiere inglese Petticrows Ltd,  è diventata punto di riferimento internazionale per i Dragonisti di tutta Europa, ai quali fornisce assistenza diretta oltre alla possibilità di manutenzione, rimessaggio e restauro. Il Dragone è un monotipo lungo 8,90 metri, armato a sloop bermudiano, progettato nel 1929 dal norvegese Johan Anker . Con oltre 6300 esemplari varati è diventato il monotipo a chiglia più diffuso al mondo. Tra il 1929 e il 2016 in Italia sono stati immatricolati 70 Dragoni (ITA-70). Riguardo il Dragone, così come per altre classi monotipo, spesso si dice: “Il problema con le regate One-Design è che il miglior velista di solito vince”. Presso la Sibma Navale ogni anno si lavora su una quindicina di Dragoni e si conta che fino ad oggi le maestranze del cantiere siano intervenute su una cinquantina di Dragoni. Tra i più recenti interventi quello effettuato sul Dragone Corail, costruito dal cantiere svizzero Wirtz nel 1967. La barca, realizzata in fasciame di mogano su ordinate di frassino e con la coperta in teak, regaterà in Liguria. Dragoni classici come questo possono essere molto diversi l’uno dall’altro, anche se il peso per ognuno si aggira intorno ai 1700 chilogrammi. Ormai montano tutti un albero in alluminio e le vere differenze si riscontrano a livello dell’attrezzatura e della possibilità o meno di avere subìto ‘upgrade strutturali’ per renderli più competitivi.

SIBMA Navale Dragone Corail
Il Dragone Corail 1967 (Foto Maccione)

Il restauro del Dragone Venilia
Venilia è un Dragone costruito dal cantiere danese Børresen nel 1956. Ha sempre regatato in Italia e in particolare nella zona del Tirreno. L’imbarcazione, ritrovata nel 2016 in un capannone in Liguria, dopo essere stata periziata da Mario Quaranta è stata acquistata affinchè si procedesse ad un restauro integrale. Tra i lavori effettuati la sostituzione del fasciame in mogano dello spessore di 16 millimetri e di oltre 30 ordinate realizzate in legno di frassino. Per gli incollaggi e il serraggio delle varie componenti verranno impiegate resine epossidiche, viteria in acciaio inox e ribattini in rame. Originariamente Venilia aveva la coperta verniciata e così tornerà ad essere, ovvero in compensato marino di mogano con applicato un sottile strato di tela biassiale e antisdrucciolo. L’attrezzatura velica sarà del tipo ‘top race condition’. Per permetterle di regatare al massimo livello in tutte le condizioni si procederà infatti a realizzare tutti i necessari irrigidimenti strutturali, nel pieno rispetto del regolamento di classe. In questa barca, che tornerà in mare entro l’estate 2017, è riassunta e concentrata tutta l’esperienza della Sibma Navale in fatto di Dragoni.

SIBMA Navale Dragone Venilia
Il Dragone Venilia 1956 (Foto Maccione)

Bimini Kid, il Bertram 31 arrivato dall’America
Verso la fine del 2015 un armatore ligure ha acquistato a New York Bimini Kid, un modello di Bertram 31 in vetroresina del 1974, storica imbarcazione a motore realizzata dall’omonimo cantiere che ha fatto la storia della nautica internazionale. Quello che è unanimemente considerato uno dei modelli di fisherman più belli al mondo è stato trasferito alla Sibma Navale per essere sottoposto a un restauro integrale che ha riguardato la ricostruzione degli interni e degli esterni, a partire dal pozzetto, dall’impiantistica e dalla motorizzazione. Ricostruite integralmente, in superlamellare di mogano, le finestrature tra il ponte e il flying bridge. La barca tornerà a navigare nel 2017 e, considerata la sua storicità, potrebbe presto partecipare a una serie di eventi e manifestazioni dedicate alle barche storiche americane.

Baltic, il rimorchiatore diventa imbarcazione da diporto
La Sibma Navale è stata scelta per progettare e seguire il restauro di Baltic, un rimorchiatore in acciaio lungo 27 metri costruito nel 1963 dal cantiere norvegese Westermoen Batbyggeri & Mek Mandal per conto della Esso Petroli. Dal 2014 l’unità, che disloca circa 180 tonnellate e ha un’immersione pari a 3,10 metri, è in corso di riconversione in unità da diporto presso un cantiere in Francia, a La Ciotat. Qui si sta procedendo alla sostituzione del 30% delle lamiere dello scafo dello spessore di 10 millimetri, alla realizzazione delle nuove compartimentazioni interne, alla posa di nuovi serbatoi per un totale di 24.000 litri di carburante, dei ballast e di due propulsori Man da 800 cavalli l’uno che gli permetteranno di navigare a circa 10 nodi di velocità, con un consumo previsto di circa 60 litri/ora di gasolio. L’ex rimorchiatore potrà imbarcare 8000 litri di acqua, con serbatoi per le acque nere di capacità pari a 2500 litri, e sarà in grado di produrre 360 litri/ora di acqua desalinizzata. Gli ampi volumi permetteranno di ricavare quattro cabine doppie, una cabina quadrupla, una cabina per il comandante e un alloggio per 2 membri di equipaggio. Una volta completati i lavori strutturali,  Baltic verrà trasferito a Imperia, dove le maestranze del cantiere procederanno alla ricostruzione degli interni.

SIBMA Navale rimorchiatore Baltic
Il rimorchiatore Baltic (Foto Maccione)

Pronto al varo il più grande degli Armstrong
I motoryacht Armstrong rappresentano un vanto per la Sibma Navale. Questa serie di scafi, costruiti in lamellare di mogano, si sono rivelati ideali per chi desidera una barca classica, marina e molto comoda, al punto da poterla definire una barca-casa. Fino ad ora sono stati realizzati un Armstrong lungo 7,50 metri (l’unico in vetroresina), 4 Armstrong 10 metri, 2 Armstrong 12,50 metri e un Armstrong lungo 13,50 metri. La costruzione di quest’ultimo esemplare, ammiraglia del cantiere, è stata completata recentemente e l’unità comincerà a navigare entro l’estate. Tra le varie caratteristiche la doppia tuga finestrata, un ampio pozzetto poppiero, la timoneria interna, un ampio prendisole prodiero e la scala di accesso al flying bridge che all’occorrenza si trasforma in scaletta di discesa a mare sul lato sinistro.

SIBMA Navale Armostrong
Armstrong 13.50 (Foto Maccione)

Visita il sito – Contatti
www.sibma.it , E-mail: info@sibma.it
Tel. (cantiere) + 39 0183 280124
Cell. (Mario Quaranta) +39 338 9353087

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Esplosioni e geyser, vietata la navigazione vicino a Montecristo

Misteriose esplosioni nel mare Tirreno. Pescatori dell’Isola dell’Elba riferiscono di aver avvistato nei giorni scorsi un getto d’acqua nera, mista a gas, fango e detriti, simile ad un geyser alto almeno una decina di metri e accompagnato da un violento fragore, davanti alle coste della Toscana.

In particolare, il fenomeno sembra essere localizzato nelle immediate vicinanze dello Scoglio d’Africa, un piccolo isolotto ad Ovest dell’isola di Montecristo che affiora dai fondali bassi, e sembra essere accompagnato ad altre più piccole emissioni di gas dal fondale, come se il mare stesse ribollendo.

Per precauzione, la Capitaneria di Porto ha emesso un’ordinanza di divieto di navigazione per “la presenza di fenomeni fisici presumibilmente riconducibili ad attività geologica sottomarina” nella zona di mare che ha un raggio di 500 metri dalle coordinate dove si è verificato il fenomeno (42° 23.7′ Nord; 010° 05.6 Est).

Scoglio d'Africa
Lo Scoglio d’Africa

Già da qualche tempo gli abitanti dell’Isola dell’Elba riferivano di aver udito misteriosi boati simili ad esplosioni in mare, e gli stessi pescatori avevano notato in passato episodi simili, ma sempre di proporzioni limitate e di entità non paragonabile all’episodio più recente.

Sono state allertate le autorità preposte alla sicurezza della navigazione ed effettuati controlli con l’utilizzo di elicotteri e di una nave oceanografica dotata di apparecchiature per le rilevazioni vulcaniche sottomarine.

L‘Istituto nazionale di Geofisica si interroga e gli esperti, pur non rilasciando ancora dichiarazioni ufficiali, ipotizzano che possa trattarsi di attività geofisica sottomarina e valutano possibili correlazioni con le attività vulcaniche del basso Tirreno e, soprattutto, con gli eventi sismici in corso nel Centro Italia.

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Isola Montecristo
L’Isola di Montecristo

La nuova pilotina Bellcraft Volvo Penta per lo Stretto di Messina

Comunicato:

Messina dà il benvenuto alla Pilotina Bellcraft Work 12 IPS

Volvo Penta, Bellcraft e Corporazione Piloti Stretto di Messina presentano la nuova Pilotina Bellcraft Work 12 IPS alle Autorità locali .

Nazzareno Laganà, Comandante del Porto di Messina C.V., Santi Le Grottaglie, Comandante del Reparto Supporto Navale Marina Militare, Fiorenzo Milani, Direttore della Federazione Italiana Piloti dei Porti, Ten. Col. t. ISSMI Cristino Alemanno, Comandante Gruppo Aeronavale in s.v. e Antonio Rizzo, Esperto di Protezione Civile del Sindaco di Messina hanno oggi assistito alla presentazione della nuova Pilotina Bellcraft Work 12 IPS.

L’evento, iniziato con il benvenuto da parte del Comandante Livio Maria Donato, Capo Pilota Corporazione Piloti di Messina e la benedizione della pilotina da parte di S.E. Mons. Giovanni Accolla, Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, è proseguito con una presentazione di Volvo Penta, seguita dalle prove in mare dell’imbarcazione.

La pilotina, fabbricata da Bellcraft per la Corporazione Piloti Stretto di Messina e motorizzata con un sistema di propulsione IPS Volvo Penta, effettuerà un servizio di pilotaggio per imbarcare e sbarcare i piloti dalle navi che percorrono lo stretto di Messina.

Stretto di Messina Pilotina Bellcraft Volvo Penta Italia

L’elevata velocità (mediamente superiore ai 16 nodi) a cui avviene l’affiancamento della pilotina alla nave e l’imbarco/sbarco del pilota, richiede una grande precisione nella manovra ed un’ottima reattività dei motori anche ad alti regimi.

Una volta a bordo delle navi, i piloti hanno il ruolo di coadiuvare ed assistere i Comandanti durante la navigazione attraverso lo stretto, suggerendo loro la rotta piu sicura per l’attraversamento.

La pilotina Bellcraft Work 12 IPS è frutto di una collaborazione tra il cantiere Bellcraft di Viareggio, che opera nel settore delle barche da lavoro e da diporto da oltre 30 anni, e Volvo Penta Italia, leader mondiale di motori e sistemi di potenza.

La Bellcraft Work 12 IPS è equipaggiata con il sistema propulsivo Volvo Penta IPS450, una doppia installazione composta da due motori D6 330 sovralimentati con turbocompressore, ed accoppiati ad una trasmissione POD, con invertitore idraulico e doppie eliche controrotanti.

Caratteristiche tecniche dei motori D6 330:
Cilindrata: 5.5 Litri
Configurazione: 6 cilindri in lnea
Potenza al Volano: 243 kW / 3500 rpm
Potenza all’elica: 230 kW / 3500 rpm
Coppia: 810 Nm / 2500 rpm
Emissioni: IMO Nox, EU RCD Stage II, US EPA Tier 3

Stretto di Messina Pilotina Bellcraft Volvo Penta Italia

Giuseppe Raffa, Capitano di Lungo Corso della Corporazione Piloti di Messina, ha detto: “Lo stretto di Messina viene percorso da circa tredicimila navi all’anno, il che richiede un elevato numero di ore di moto della pilotina. Il sistema IPS Volvo Penta ci permetterà di ottenere, a parità di pesi installati a bordo, più potenza ed un risparmio di carburante fino al 30 per cento”.

Nicola Pomi, Head of Marine Market Italy, Spain & Portugal presso Volvo Penta, ha dichiarato: “La scelta del nostro sistema pod di propulsione da parte di Bellcraft e della Corporazione Piloti Stretto di Messina dimostra che l’IPS non solo è la soluzione ideale per le imbarcazioni commerciali, ma offre anche il miglior rapporto tra efficienza e performance sul mercato.”

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Stretto di Messina Pilotina Bellcraft Volvo Penta Italia

Dakar-Guadalupa: i Malingri tentano il record oceanico più classico

Comunicato stampa:

FEEL GOOD ASPETTA IL VENTO FAVOREVOLE

2550 miglia separano l’Africa dai Caraibi.
Poco meno di 5000 km da percorrere tutti di un fiato per battere il record oceanico più classico: Dakar-Guadalupa.

Obiettivo di Vittorio e Nico Malingri, la componente Extreme Sailing del Citroën Unconventional Team, è battere tutti i record di classe, come lo scorso agosto sul percorso Marsiglia-Cartagine, letteralmente stracciato abbassando il tempo di oltre 10 ore.

Una nuova sfida con il mare, attore volubile, un padre e figlio insieme, per 11 giorni aggrappati a Feel Good, un catamarano di sei metri senza ripari fissi.

Saranno il tempo e la natura del vento a stabilire il momento migliore per salpare: la squadra di meteorologi di Navimeteo sta studiando incessantemente per individuare la migliore finestra meteo, che assicuri vento regolare e costante per tutta la traversata.

Feel Good è un catamarano F20 di sei metri (20 piedi) senza ripari fissi. Una barca completamente ecologica e alimentata da energia sostenibile, affidabile e equilibrata, particolarmente potente nelle andature per cui è stata progettata. E’ considerata la più veloce e innovativa della sua categoria, può toccare una velocità di punta vicino ai 25 nodi e tenere medie attorno ai 15 nodi, con percorrenze di oltre 300 miglia al giorno Citroën Unconventional Team, contraddistinto dalla sigla C.U.T., per il quale è stato creato un logo specifico, riunisce sette atleti italiani campioni di sei sport di scivolamento (surf, kitesurf, windsurf, extreme sailing, snowboad, freestyle) che hanno per campo d’azione il mare e la montagna.

Il Marchio Citroën
Citroën è un marchio automobilistico internazionale al centro dell’offerta generalista. Sinonimo di ottimismo dal 1919, il Marchio si distingue per creatività e audacia. Valori che mette al servizio del benessere dei Clienti, proponendo soluzioni innovative per le esigenze di ogni epoca. Oggi, Citroën si reinventa con modelli che puntano al design, al comfort e all’intelligenza tecnologica, ma anche a un’esperienza Cliente fluida e trasparente, come il sito di commenti on-line Citroën Advisor. CITROËN significa 10.000 punti vendita e post vendita in oltre 90 Paesi e quasi 1,2 milioni di veicoli venduti nel 2015. Significa anche 8 titoli di campioni del mondo costruttori WRC e nel 2016 il 3° titolo consecutivo di campione del mondo costruttori WTCC.

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DotChallenge, la sfida estrema: da Città del Capo a Rio de Janeiro in barca a remi

Comunicato stampa:

Un dissalatore Schenker per la sfida estrema con una barca a remi da Cape Town a Rio de Janeiro

Si rema per la per la salvaguardia del pianeta. Questo il significato di “DotChallenge”, sfida estrema affrontata  con una barca a remi nella tratta Cape Town – Rio de Janeiro.

La sigla “Dot” acronimo di “Do One Thing” contraddistingue questa traversata Atlantica affrontata con la sola forza delle braccia come una delle regate a remi più dure al mondo. L’impresa non è mai stata tentata prima d’ora.

I due avventurieri Braam MalherbeWayne Robertson, non nuovi a gesta di questo genere, sfideranno l’Oceano Atlantico cercando di coprire una distanza di 6.700 km senza alcuna assistenza esterna. Ambientalisti ed ecologisti convinti nonché personaggi di spicco nell’ambito degli sport estremi, i due sono partiti da Città del Capo in Sud Africa il 7 Febbraio 2017 preparando la traversata nei minimi dettagli fino a prevedere una permanenza in mare da due a tre mesi (a seconda delle condizioni meteomarine) e 2.400.000 colpi di pagaia teoricamente necessari per raggiungere Rio de Janeiro e portare a termine l’impresa. Il programma prevede turni di due ore ciascuno ai remi, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Ciò per essere sempre vigili  anche durante la notte ed evitare pericoli reali quali navi in transito, sommergibili, balene e tempeste.

DOT Challenge Row to Rio

A bordo della loro barca di soli 6,8 metri di lunghezza avranno solo gli strumenti strettamente necessari per la sopravvivenza in mare ovvero cibo, kit medici, utensili per la manutenzione dell’imbarcazione e un dissalatore Schenker alimentato da pannelli solari. Il prodotto, realizzato ad hoc ed opportunamente alleggerito, garantisce la fornitura di acqua potabile indispensabile altresì per la reidratazione dei cibi liofilizzati imbarcati a bordo.

I dispositivi elettrici utilizzati per la navigazione e la comunicazione sono alimentati da due batterie a energia solare.

DOT Challenge Row to Rio

La finalità dell’equipaggio è improntata sul ritorno di immagine e sulla visibilità che, in caso di successo dell’avventura, sarà in grado di sensibilizzare le masse e focalizzare l’interesse globale su temi così delicati come il rispetto e la salvaguardia del nostro pianeta.

Se ognuno di noi, ogni giorno, facesse solo un semplice gesto per diminuire l’impatto ambientale delle nostre azioni, tutti insieme potremmo conquistare grandi risultati per risparmiare le risorse della Terra che non sono infinite. Senza attenzione, il futuro dei nostri figli sarà seriamente compromesso” – e ancora – “Il successo di una spedizione estrema è determinato per l’80% dalla mente. Quando l’ego ha un obbiettivo da raggiungere, nulla è impossibile“. Questa la loro filosofia di vita.

E’ possibile seguire la traversata in diretta collegandosi al portale www.dotchallenge.org

DOT Challenge Row to Rio