De Cesari 33 – GOLFO MISTICO

“Una sfida di stile e prestazioni” con queste parole Giovanni Ceccarelli definisce il progetto CYD 146 da lui disegnato e costruito dal Cantiere De Cesari di Cervia.

Un day cruiser “Full wooden” che per la sua eleganza richiama linee classiche ma dotato di uno scafo ed appendici moderne frutto delle esperienze dello studio Ceccarelli derivanti da diversi importanti progetti.

La barca pensata per veleggiate giornaliere si presta anche a crociere di diversi giorni grazie alle dotazioni interne rigorosamente realizzate in legno.
La costruzione, caratterizzata da una buona tenuta di mare, offre ottime prestazioni di navigazione in tutte le condizioni di utilizzo non esclusa la regata.

Golfo Mistico, commissionato dall’armatore Aldo Ferruzzi, è il primo esemplare del 33 piedi ed è iscritta al premio “European Yacht of The Year” dove risulta tra i finalisti nella categoria “Special Yachts”.
Lo stesso armatore, dopo aver partecipato alle Regates Royal ed alle Vele de St. Tropez, ha raggiunto via mare Port Genesta, nei pressi di Barcellona, dove sono allestite le prove delle cinque categorie, percorrendo un totale di 500 miglia in meno di una settimana.

Il Cantiere

Con una storia di oltre mezzo secolo il cantiere De Cesari, specializzato nella costruzione di scafi in legno, sia a vela che a motore, riesce a fondere tradizione ed innovazione grazie alla maestria degli artigiani ed alla competenza nell’utilizzo delle moderne tecniche proprio come nella costruzione di Golfo Mistico dove la struttura è in mogano lamellare ed il ponte in teak utilizzando l’incollaggio epossidico West System, una tecnica consolidata dal cantiere.

 

Comunicato Stampa

Foto in Evidenza  James Robinson Taylor

 

 

Mini Transat – Arrivo Guadalupa

La 23° edizione della Mini Transat EuroChef volge alle fasi finali con la conclusione della seconda tappa.

Mentre scriviamo buona parte della flotta ha già raggiunto Saint-François dopo aver percorso le 2.700 miglia della rotta tra le Canarie e Guadalupa. Al momento oltre la metà dei Mini 6.50 ha così completato la traversata Atlantica, compresi i sette Ministi Italiani in gara che risultano tutti arrivati.

Proto

La partita si è giocata tra gli skipper che già nella prima tappa avevano accumulato un buon vantaggio rispetto al resto della classe e si è conclusa con la vittoria di Pierre Le Roy (1019) seguito da Fabio Muzzolini (945) al secondo posto e terzo Tanguy Bouroullec (969) con l’unico Pogo Foil.
Fuori dal podio Irina Gracheva (800) e Sébastien Pébelier (787) autori di una serrata rimonta e giunti con un distacco tra loro di poco superiore ad un’ora.

Serie

Hugo Dhallenne (979) si aggiudica la tappa e vince la MiniTransat seguito da Alberto Riva su EdiliziAcrobatica (993) secondo classificato giunto con appena cinquantasette minuti di ritardo sul primo. Nelle ultime giornate prima dell’arrivo i due velisti si sono resi protagonisti di un duello che li ha visti alternarsi entrambi in testa alla regata.

Loïc Blin (871) si piazza al terzo posto dopo una notevole rimonta iniziata dalle posizioni di centro gruppo.

Ottima la prestazione di Giammarco Sardi su Antistene (992) che conquista la quinta posizione e due Mini della pattuglia Italiana si collocano così tra i primi cinque della categoria.

Degno di nota quanto capitato a Julie Simon (963) che riesce a concludere la regata in trentesima posizione malgrado abbia disalberato a circa 40 miglia dalla linea di arrivo.

Nel complesso i risultati della partecipazione Italiana sono da considerarsi ottimi, un bilancio nettamente positivo per la Classe Mini 6.50 Italia.
Nei Serie oltre ad un secondo e quinto posto (Riva e Sardi) si sono attestati su posizioni di tutto rispetto Giovanni Mengucci (1000) e Luca Del Zozzo (998) rispettivamente tredicesimo e quindicesimo, Francesco Renella (446) e Massimo Vatteroni (428) rispettivamente trentaquattresimo e trentacinquesimo. Più attardato nei Proto Matteo Sericano (1011) che conclude la seconda prova al ventesimo posto.

Archiviata l’edizione numero 23 il pensiero è già proiettato verso i nuovi progetti, questo è quanto emerge dalle dichiarazioni degli skipper felici e soddisfatti per aver portato a termine la traversata.

 

 

 

 

 

Caribu 2 Solid Sail

Presentazione del nuovo Caribù II con scafo in acciaio progettato e costruito in classe polare per la navigazione nei ghiacci, come tutti gli yacht della serie Goliath.

Le funzionalità derivanti dall’installazione di due sistemi “Chantiers de l’Atlantique Solid Sail/AeolDrive” conferiscono al nuovo modello notevoli vantaggi prestazionali, primo tra tutti la possibilità di inclinare in avanti i due alberi riducendo così l’altezza massima dalla superficie dell’acqua di circa trentadue metri, da 72 a 40 metri (da 237 a 131 piedi). In questo modo Caribù potrà avere accesso diretto al Canale di Panama, San Francisco, San Diego ed altri importanti porti nonché transitare agevolmente in acque sottostanti alcuni ponti normalmente non accessibili ai grandi yacht.

 

Altre particolarità dichiarate:

– impostazione e calata automatizzata delle vele
– il Solid Sail system ha alberi rotanti di 360° pertanto la manovra di alzare od abbassare le vele può essere eseguita indipendentemente dalla direzione dell’imbarcazione e del vento, il comandante manterrà la rotta ruotando opportunamente gli alberi
– durata dei materiali di oltre venti anni superiore alle tradizionali vele Dacron
– gli alberi privi di crocette o sartie rendono possibile introdurre un sistema di sbrinamento nel caso di navigazioni in condizioni di formazione di ghiaccio

Nei 113 metri (371 piedi) di lunghezza Caribù II dispone di un totale di sei ponti ove può ospitare, nel massimo comfort, sino a 14 ospiti ed un equipaggio di 20 persone.

Oltre ad un ampio salone, nella struttura, trovano spazio due master suite, una piscina di dimensioni standard, un beach club ed una area benessere attrezzata.

Una cupola, alloggiata nella parte superiore del ponte, permette di avere una visuale libera anche dall’interno durante la navigazione.

L’imbarcazione dotata, oltre alla propulsione velica, di sistemi ibridi diesel-elettrici consente una gestione attenta dei consumi ed una notevole autonomia; a tal proposito il progettista Steve Kozloff dichiara che l’imbarcazione può navigare ad una velocità di 15 nodi con una autonomia di 6000 miglia solo con alimentazione diesel.

Le dotazioni tecniche e gli spazi dedicati alle attività di manutenzione rispondono ad ogni esigenza, comprese due grandi gru in grado di imbarcare o sbarcare agevolmente ogni tipo di carico ed eventuali mezzi od attrezzature di ricerca speciali.

In ultimo, non certo per importanza, i fattori di sicurezza per ospiti ed equipaggio. Sono costantemente imbarcate due scialuppe di salvataggio a caduta libera che possono essere calate a mare anche in situazioni critiche, un hangar per aerei di circa 180 metri quadrati con relativa area di atterraggio che assicura l’agibilità anche in condizioni meteo difficili e trovano riparo a bordo due elicotteri di media dimensione, o tre più piccoli.

 

 

 

SuperYacht Refit

La barca, di qualsiasi dimensione, a vela od a motore, è un bene che può assumere aspetti diversi nella rappresentazione immaginaria del valore da parte del proprietario o dell’armatore, ma indipendentemente da ciò la sicurezza rimane al primo posto tra gli argomenti di interesse.

In tema di sicurezza la manutenzione ordinaria, che deve essere periodicamente eseguita su ogni imbarcazione, svolge un ruolo di massima importanza per garantire navigazioni sicure, vacanze piacevoli ed evitare brutte sorprese.

Nella quasi totalità dei casi nel ciclo di vita di una barca giunge anche il momento di eseguire lavori di maggiore entità, sia che si tratti di riparazioni, revisioni delle attrezzature o ristrutturazioni importanti.
Il “Refit” è un’esperienza che spesso coinvolge tutte le figure che, ciascuna per posizione e ruolo, gravitano intorno allo scafo: Comandante, Armatore, Proprietario (alcune volte gli stessi componenti della famiglia), equipaggio ed ovviamente tecnici, riparatori, architetti, designer e responsabile di progetto.

Particolare l’importanza che assume il “Refit” quando si tratta di SuperYacht con la possibile incognita determinata dalla dilatazione di tempi e costi.

In questo dettagliato report Mr. Xavier Mercado Rabella, CEO di ptw Shipyard a Tarragona, in Spagna, ci fornisce appunto 10 consigli di esperti per garantire risultati di successo.

10 buone pratiche per un refit di superyacht di successo

I refit sono parte integrante del ciclo di vita di ogni superyacht. Un progetto che ogni capitano, armatore e membro dell’equipaggio vivrà in prima persona in un certo momento della storia del loro superyacht. Che si tratti di una riparazione, revisione o rinnovamento, i refit sono sempre un passo importante e possono facilmente superare i limiti di tempi e costi, se non gestiti correttamente. Xavier Mercado Rabella, CEO di ptw Shipyard di Tarragona ci dà i suoi migliori 10 suggerimenti da esperto per garantire un refit di successo del superyacht.

Xavier considera riuscito un refit quando viene completato in tempo, entro il budget concordato e ad uno standard accettabile. Spiega come i Superyacht crescono continuamente in termini di complessità e ingegnosità, pertanto le buone pratiche sono fondamentali per una conclusione di successo. Nel corso di ogni fase del processo di refit, dalle specifiche alla consegna, si deve mantenere una sinergia positiva tra i team dell’armatore e il cantiere navale al fine di garantire che il lavoro sia svolto in maniera efficace ed efficiente. Ecco le sue migliori 10 buone pratiche derivanti dalla sua vasta esperienza con i refit di superyacht.

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ptw Shipyard è un moderno cantiere navale situato nell’antico porto di Tarragona, a solo un’ora da Barcellona.

Il ciclo delle lavorazioni e dei servizi disponibili è in grado di coprire tutte le esigenze dei superyacht, dalla tappezzeria, alla falegnameria, all’idraulica ed all’elettronica specialistica.

L’autore del report Mr. Xavier Mercado, CEO e fondatore del cantiere, opera nel settore dei SuperYacht come specialista di Refit & Repair da oltre venti anni.

 

OSCAR Sentry

OSCAR Sentry, nuova versione dedicata al mercato delle imbarcazioni a motore presentata dal Gruppo BSB, estende la gamma dei sistemi di riconoscimento intelligente degli oggetti in mare e si affianca alla già collaudata serie OSCAR per impiego su yacht a vela da regata e da crociera.

Il nuovo OSCAR Sentry nasce in risposta alle esigenze di sicurezza dei motoryacht, fondamentalmente basato sulla tecnologia utilizzata per la realizzazione di OSCAR, presenta ulteriori funzioni specifiche elevando in modo notevole il livello di percezione della situazione di navigazione.

Il modello generato, basato sull’esperienza di milioni di oggetti rilevati combinando un set di telecamere RGB e termiche con intelligenza artificiale, è in grado di identificare in maniera affidabile imbarcazioni, boe ed altri oggetti galleggianti.

L’esperienza ottenuta integrando il flusso dei dati generati da OSCAR Sentry al computer di bordo genera una dimensione vitale del mondo reale in aggiunta alle informazioni originate da radar, AIS e cartografia digitale.

 

Prevenzione delle Collisioni

OSCAR Sentry scansiona il mare davanti all’imbarcazione, mappando gli ostacoli, fornendo avvisi intelligenti dei rischi di collisione, supportando il processo decisionale attraverso la visualizzazione della realtà aumentata.

Sorveglianza Perimetrale

Il sistema copre un campo a 360° od un particolare settore selezionato, con avviso automatico in caso di avvicinamento di eventuali oggetti galleggianti identificati, inclusi piccoli gommoni o moto d’acqua.

Monitoraggio Costante

OSCAR Sentry mantiene il monitoraggio continuo dei target rilevati e la visualizzazione in modalità realtà aumentata.

Selezione modo di Osservazione

E’ prevista la possibilità di gestire anche manualmente in modo diretto il dispositivo che viene equipaggiato di zoom elettronico 16x per RGB e visualizzazione termica.

 

Dati Tecnici

 

 

Mini Transat – Arrivo Canarie

La flotta dei Mini 6.50 partecipanti alla ventitreesima Mini Transat è ormai giunta alle Canarie dopo aver percorso le 1350 Miglia che separano Les Sables d’Olonne da Santa Cruz de La Palma.

I primi Proto hanno impiegato sette giorni, mentre tre giorni dopo hanno tagliato il traguardo i primi Serie; gli altri concorrenti hanno concluso questa prima tappa, in tempi diversi, con un massimo di quattordici giorni di navigazione.

Certamente questa prima parte della regata è stata fortemente condizionata dalla situazione meteo e dalle conseguenti decisioni dell’organizzazione e degli skipper.
A circa un terzo del percorso, la Direzione della Regata ha diramato un’allerta meteo per possibili venti superiori a quaranta nodi lungo le coste del Portogallo, invitando i concorrenti a scelte ispirate dalla prudenza e se necessario a cercare riparo nel porto più vicino.

La corsa, però, non è stata sospesa od interrotta lasciando di fatto ai regatanti la scelta se proseguire o rifugiarsi in attesa del passaggio delle condizioni avverse.

Gli effetti di ciò che è accaduto documentano il grande distacco tra i primi ed il resto della flotta, forse in qualche modo falsando il risultato sportivo, ma su tutto questo ci sarà tempo per analisi e commenti.

Proto

Il gruppo di quattro scafi in testa godeva di un buon vantaggio e si trovava già oltre il punto critico potendo proseguire e cogliere l’occasione per mettere una seria ipoteca alla vittoria, mentre gli altri decidevano di fermarsi per trovare riparo.

Classifica all’arrivo:

–  1° Tanguy Bouroullec (FRA) – unico Pogo Foil
–  2° Fabio Muzzolini  (FRA)
–  3° Pierre Le Roy  (FRA)
–  4° Irina Gracheva  (RUS)

Serie

Diversa la dinamica per questa categoria dove una ventina di barche, al momento in cui giungeva l’allerta, aveva doppiato Capo Finisterre, o si accingeva a farlo, mentre i più attardati ancora erano impegnati nell’uscita dal Golfo di Biscaglia.
La maggioranza della flotta ha quindi optato di seguire una condotta di prudenza tranne due skipper che hanno invece deciso di proseguire e tentare di superare la perturbazione.
L’enorme vantaggio accumulato, essendo gli unici a percorrere miglia con tutti gli altri fermi, ha determinato la vittoria di tappa per Melwin Fink (DEU) seguito a diciannove ore di distanza da Christian Kargl (AUT).

Gli Italiani in gara

–  Matteo Sericano su Gigali, unico concorrente italiano nella categoria Proto, si posiziona al centro classifica (tredicesimo posto) autore di una buona prestazione.

–  Alberto Riva su EdiliziAcrobatica si piazza al dodicesimo posto dopo una regata che lo vede protagonista di alterne vicende e di una buona rimonta nell’ultima parte di gara.

–  Giovanni Mengucci su Alpha Lyrae finisce ventunesimo, certamente una buona posizione per affrontare con ottime aspettative la seconda tappa.

–  Giammarco Sardi su Antistene in ventiquattresima posizione, forse ritardato da un inconveniente tecnico nella prima parte di regata, all’arrivo infatti dichiara di aver delaminato il muso del suo Maxi 650.

–  Luca Del Zozzo su Race=Care ritardato alla trentadueesima posizione da un problema con la gestione dell’energia di bordo.

–  Massimo Vatteroni su Kabak conquista il trentaquattresimo posto con un andamento di regata molto lineare che lo ha visto occupare le posizioni di centro classifica.

–  Francesco Renella su Koati al sessantunesimo posto attardato da qualche difficoltà all’inizio di gara.

Positivo che i sette skipper Italiani abbiano tutti terminato questa complicata prima fase della regata e viste le posizioni in classifica rimangono aperte interessanti possibilità di ottenere buoni risultati, anche se è presto per le previsioni quando mancano ancora 2700 Miglia alla conclusione.

Il bilancio generale della flotta conta solo tre ritiri (due Serie ed un Proto) su novanta Mini 6.50 partiti e visti i colpi di scena riportati è un risultato ottimo.

… Il Francese Gaël Ledoux viene attaccato da un’orca, fortunatamente non subisce danni allo scafo od ai timoni e ripresosi dallo spavento riesce a riprendere la rotta per terminare la gara in dicianovesima posizione.

… Alice, il Proto 346 di Franck Lauvray, disalbera e viene preso al traino e condotto al porto di Lorian, quindi il navigatore decide successivamente di non proseguire.

… Black Mamba del navigatore Georges Kick finisce sugli scogli all’entrata del porto di Ribadeo e segna il secondo ritiro.

… Victor D’Ersu, Babouchka 985, si scontra con un peschereccio riportando alcuni danni alle strutture che dopo un successivo controllo risultano purtroppo gravi e lo costringono al ritiro.

In questo dopo gara, smaltiti gli effetti adrenalici e recuperate le energie, agli equipaggi ed ai loro team rimangono poco più di due settimane per sistemare eventuali problemi od inconvenienti tecnici prima della partenza per Guadalupa il prossimo 29 Ottobre.

 

 

 

 

 

GENOVA EVENTI OTTOBRE

Nel prossimo mese di Ottobre a Genova saranno organizzati due importanti eventi dedicati al mare ed alle sue economie.

GENOA SHIPPING WEEK

Si svolgerà dal 4 al 10 Ottobre la quinta edizione del Genoa Shipping Week, evento biennale che riunisce le diverse filiere produttive legate al mare coinvolgendo operatori provenienti da tutto il mondo.

L’evento, nato dalla partnership tra Assagenti e Clickutility Team, è risultato nel corso del tempo di fondamentale importanza tra gli appuntamenti internazionali dedicati ai temi della logistica, dello shipping e più in generale allo sviluppo del sistema logistico-portuale.

La Main Conference, ospitata alla Sala Auditorium Acquario di Genova, presenta un’agenda ricca di conferenze e tavole rotonde focalizzati sullo sviluppo del business e sull’innovazione tecnologica, tra i quali segnaliamo:

– IN THE MED
Incentrata sulla posizione geopolitica della penisola Italiana.

– OVER&UNDER THE SEA FORUM
Prende spunto dalla sfide generate dalla corsa alle risorse marine.

– NEXT GENERATION SHIPPING
Partendo dall’evoluzione tecnologica che riguarda gli apparati di navigazione per giungere alle tematiche relative alla navigazione autonoma ed alla cybersecurity.

– NATURAL GAS IN SHIPPING
Esamina le possibili soluzioni a breve termine per la decarbonizzazione.

 

 

 

BLUE ECONOMY SUMMIT

Gli appuntamenti di interesse per il mondo del mare proseguiranno poi con una manifestazione di altrettanta importanza: Genova Blue District edizione 2021.

Nelle giornate del 13 – 14 – 15 sono in programma varie conferenze legate alle opportunità di sviluppo e professionali che derivano dalla Blue Economy.

Anche in questo caso l’agenda è molto ricca e tutti gli argomenti sono di grande interesse, in evidenza:

– Sviluppo degli sport nautici e nuovi modelli di fruizione sostenibile della risorsa mare

– Il rilancio del turismo che viene dal mare e per il mare

 

Gli eventi di entrambe le manifestazioni si svolgeranno sia in presenza che in live streaming.

 

 

 

Queen Mary – Quale Sorte?

Risulta dalle cronache di questi giorni che la < Queen Mary > verrà messa all’asta dopo la decisione di Eagle Hospitality, gruppo specializzato nel settore dell’ospitalità, di cedere gran parte degli asset compreso il transatlantico da tempo ormeggiato a Long Beach.

La nave, prestigiosa ed elegante ammiraglia della Cunard Line, varata nel 1936, venne trasformata in lussuoso hotel galleggiante con caratteristiche museali e dal 1967 ormeggiata stabilmente nel porto Californiano quale “attrazione storica” come definito nello stesso sito web della Eagle.

In questi anni la città di Long Beach, in qualità di proprietaria ha seguito la pratica del noleggio dell’albergo-museo affidandone la conduzione a vari operatori, spesso con esiti poco brillanti a causa degli enormi costi di manutenzione.

Urban Commons nel 2016 firmò un contratto di locazione per la gestione della Queen Mary e più recentemente presentò un piano finanziario mirato a sostenere un ambizioso progetto di sviluppo per il recupero storico del transatlantico e del riassetto urbano dell’area di ormeggio.

Malauguratamente l’operazione < Queen Mary Island >, mai decollata, culmina nel conflitto tra le due società per mancato adempimento degli impegni assunti da Urban Commons ed oggi il destino della nave è nelle mani del responsabile della ristrutturazione del gruppo per evitare un possibile fallimento.

Rimangono i lavori necessari, alcuni urgenti, a mantenere lo stato di conservazione dello scafo, i cui costi ormai insostenibili generano motivo di preoccupazione per le finanze della comunità.
Il bene, di innegabile valore storico, è riconosciuto in senso turistico come opportunità di sviluppo che un progressivo eventuale abbandono renderebbe vano.

Il 20 Maggio si terrà l’asta che deciderà la sorte di questo testimone di un’epoca, è auspicabile che si possa trovare un acquirente in grado di valorizzarne le peculiarità e riportarlo al meritato splendore.